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Quegli svizzeri al Bilderberg

Il 19-21 maggio 2023 a Lisbona c’è stato l'annuale incontro del “Club Bilderberg”, creato nel 1954 da David Rockfeller. Pochi i media che ne hanno riferito. Da qualche anno ha un sito ufficiale (“bilderbergmeetings.org”) con date, luoghi, temi in agenda e lista degli ospiti. È già qualcosa. Tra i temi del 2023 figuravano “Intelligenza Artificiale, sistema bancario, Cina, transizione energetica, Europa, (...) NATO, Russia, minacce transnazionali, Ucraina e leadership USA”. Bene, si tratta di un ordine di importanza? Boh, nessuno lo sa. Motivo: “non una parola di ciò che viene detto durante le riunioni del Bilderberg può essere diffusa all'esterno”, così la ‘BBC’ (3.6.2004). Ciò è purtroppo vero ancora oggi, mentre certi cronisti possono entrare, e questo è il problema. Ebbene, a Lisbona c'erano il ministro degli Esteri Ignazio Cassis, l'imprenditore André Kudelski e la caporedattrice del quotidiano ginevrino ‘Le Temps’, Madeleine von Holzen. Ma se Kudelski è un habitué, essendo membro del comitato direttivo del Club, lasciano un po’ perplessi gli altri due nomi. Perché? Cassis è un politico di un Paese che si definisce molto democratico, eletto da un parlamento democratico che però, alla faccia della democrazia e del dovere di informare, non potrà parlare nemmeno con i suoi colleghi di governo. La Von Holzen, alla faccia del dovere di cronaca e dell'etica professionale, dovrebbe come giornalista raccontare quello che succede e invece non dirà proprio nulla. Gli invitati pare che “si sentono così liberi di dire davvero che cosa pensano senza temere la diffusione delle loro dichiarazioni da parte della stampa”, scriveva ‘Ilpost.it’ (14.11.2011). Lecito chiedersi: se questa “élite” dice davvero cosa pensa solo nel Club, nel resto dell'anno che cosa ci raccontano?

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