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Pensionate povere

Arrivare all’età del pensionamento per molte di noi è economicamente complicato. Si è lavorato tutta una vita, sperando di vivere in serenità questo periodo della nostra esistenza e invece no, perché i problemi relativi alle rendite, peggiorano. Nel corso degli anni di attività professionale, molte donne hanno dovuto accettare percentuali di lavoro ridotte, in particolare coloro con figli. Gli asili nido erano già costosi e rendevano difficile far quadrare il bilancio famigliare. Aspetto importante da sottolineare è la parità salariale di genere. È un diritto sancito dalla nostra costituzione, ma non applicato. Ma torniamo ai giorni nostri. Viviamo spesso sotto la soglia della povertà, nell’indifferenza della politica nazionale. Hanno avuto il coraggio di aumentarci l’età pensionistica, con la promessa di un adeguamento del secondo pilastro. Promessa puntualmente non mantenuta! Il nostro potere d’acquisto è ridotto all’osso! Anche noi, come molte famiglie giovani, facciamo parte di quella zona grigia della società dove non sei così ricco da poterti mantenere in modo dignitoso, ma nemmeno così povero da poter usufruire di aiuti sociali. Tutto questo è profondamente ingiusto, considerando che la Confederazione ha donato un grande cerotto per salvare il Credito Svizzero, ma tagliando i fondi Avs. In parlamento i partiti borghesi hanno affossato la 13ª mensilità. La nostra vita non è finita e vorremmo ancora poter fare cose interessanti, che però hanno un costo che spesso non possiamo permetterci. È necessario che qualcosa cambi in tempi rapidi, affinché si possa considerare la Svizzera un Paese con una forte responsabilità civile e sociale. Invito tutte a partecipare alla manifestazione femminista che si terrà il 14 giugno a Bellinzona.

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