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Candidato alle elezioni

Ho deciso: voglio candidarmi. Mi sono guardato intorno, qui nei dintorni e un po’ più in là fino nel Mendrisiotto, in Leventina in Val di Blenio, in Val Verzasca, in Val Maggia, in Val Onsernone, nelle Centovalli, nel Bellinzonese, nel Luganese, in Malcantone, in Valle di Muggio: insomma, dappertutto. Ho seguito dei dibattiti alla televisione e alla radio e ho capito che tutti la pensano come me o in parte come me. Giustamente, perché siamo in uno Stato democratico, dove ognuno può ancora dire ciò che pensa, ho capito che qualcuno non la pensa come me o poco come me. So molte cose sui candidati che si sono proposti e ho notato che molti hanno fatto l’Università, altri sono imprenditori, altri proletari (o figli di proletari), altri forse qualcos’altro. So che io sono figlio di uno scalpellino e so com’era la vita di una famiglia di uno scalpellino, però pur essendo figlio di uno scalpellino ho fatto l’Università. Voglio candidarmi, perché in uno Stato democratico tutti hanno il diritto di dire la propria. Lo so: le liste sono ormai fatte e pubblicate. Qui, in Ticino. Non ho nessuna ambizione di essere eletto in Ticino. Io miro ad un’altra elezione, ad un’elezione che richiede ben altri requisiti che quelli richiesti qui da noi. Guarda che in America, negli Stati Uniti, fra un paio di anni ci saranno le elezioni, È là che voglio candidarmi: mi sembra di avere una buona preparazione culturale, di poter presentarmi come una persona educata fidata non corrotta riservata gentile indipendente e soprattutto attempata: ho settantasette anni e questo fatto mi lascia ben sperare. Ce la farò?

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