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Ostilità dei cittadini verso lo Stato?

Un aspetto fondamentale dell’operato degli organi preposti alla vigilanza dei vari uffici dello Stato, deve essere il controllo della qualità del lavoro svolto dalle persone che operano in rappresentanza e a nome dello Stato, a qualunque livello esso sia: federale, cantonale, comunale, giudiziario ecc. Il cittadino si aspetta un marcato senso di equità, nell’applicazione di leggi, regolamenti e procedure, un trattamento paritario tra cittadini, senza arbitrio. I dirigenti devono istituire processi interni di controllo qualità sulla efficacia e correttezza del lavoro svolto da coloro che rappresentano lo Stato. In molteplici attività professionali esistenti ci sono errori e mancanze che non possono né devono essere ammessi e tollerati. Funzionari e magistrati commettono errori grossolani lesivi della dignità dell’Autorità che rappresentano, con la conseguenza che i ricorsi alle istanze superiori aumentano esponenzialmente, creando innumerevoli costi ai cittadini contribuenti che si attendevano unicamente un servizio di qualità ineccepibile. I cittadini non sono ostili contro queste persone, piuttosto, e a giusta ragione, si aspettano un "normale livello di qualità" nel lavoro svolto: lo standard della qualità attesa è inevitabilmente molto elevato, visto che l’Autorità deve essere di "Esempio" per il cittadino. Questi errori e violazioni grossolani, commessi per negligenza o malafede, hanno effetti devastanti (a livello psico-fisico e finanziario) per i cittadini che, loro malgrado, li subiscono. Una sola conseguenza per chi li compie: l’allontanamento dalla posizione finora occupata. L’incarico va dato unicamente a chi, equidistante e privo di arbitrarietà, possiede le elevate qualità professionali e umane richieste. È troppo aspettarsi "autorevolezza" dall’Autorità?

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