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L’inquietudine dell’escursionista

Stamattina ho letto (distrattamente lo confesso) un articolo sul settimanale "La Domenica" a proposito dei presunti rischi legati all’incontro con un lupo affamato. Approfittando dello splendido clima e dei colori tardo-autunnali ho poi passato il resto della giornata a camminare nei boschi della regione compresa tra il Monte San Giorgio e il Poncione di Arzo. Sui sentieri e nei boschi adiacenti percorsi da altri escursionisti come me (alcuni con bambini al seguito) non ho incontrato nessun "gran predatore" famelico, ma alcuni esemplari della specie Homo sapiens con fucile a tracolla. Non ho udito, nemmeno da lontano, nessun ululato sinistro ma a più riprese mi è giunto l’inquietante e inconfondibile boato di una doppietta, e questo da molto vicino. Da decenni percorro boschi e montagne del cantone dove ho fatto spesso piacevolissimi incontri con la loro fauna. I rari esseri viventi capaci però di suscitare in me qualche perplessità o timore, appartenevano immancabilmente al genere umano. Mi sorge il dubbio di essere un inguaribile incauto, incosciente dei veri pericoli.

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