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Deduzioni fiscali: dov’è l’inganno?

17 novembre 2022
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In un contributo su questo giornale dal titolo "L’inganno delle deduzioni fiscali" (11 novembre) l’economista Carmen Vaucher de la Croix critica la proposta di poter dedurre completamente dal reddito imponibile i premi delle casse malati dei figli.

Lo fa riprendendo anche l’argomentazione che si sente spesso invocare per contrastare proposte di deduzioni fiscali e che può essere riassunta così: "Visto che si tratta di una deduzione, il beneficio economico è proporzionale all’aliquota di imposta. Dunque più questa è alta, più il beneficio sale" (Ivo Durisch su laRegione del 5 novembre).

Occorre subito dire che con questa obiezione dovrebbero essere messe in discussione tutte le deduzioni, anche le deduzioni per spese professionali o altre comunemente accettate, perché anche con quelle l’alto reddito "ci guadagna" più del basso reddito.

Invece quasi nessuno contesta né le deduzioni per spese professionali né la maggior parte delle altre, perché quasi tutti capiscono che non è giusto tassare un reddito che in realtà non è a disposizione del contribuente.

Proprio per questo stesso motivo dovrebbero poter essere dedotte anche le spese di cassa malati perché si tratta chiaramente di una parte di reddito non disponibile.

Che poi queste deduzioni si traducano in diminuzioni di imposta maggiori per gli alti redditi, ciò è dovuto al fatto che sul reddito aggiuntivo indebitamente tassato l’alto reddito avrebbe pagato in misura maggiore rispetto al basso reddito.

È la progressività delle aliquote che determina questa situazione, solo apparentemente a favore degli alti redditi.

Per evitarla e fare in modo che le deduzioni avvantaggino tutti allo stesso modo, ci vorrebbe la flat tax ma non credo sia questa un’opzione gradita a chi contesta le deduzioni proposte.

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