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Un ‘fuori-onda’ e una gran voglia di fare

C’è stato un siparietto tra Giorgia e Matteo che non è sfuggito all’attenzione dei social, durante il discorso per la fiducia a Montecitorio. La neopresidente del Consiglio lascia inavvertitamente il suo microfono aperto proprio nel momento in cui l’aula le dedica un intenso e lungo applauso. Ella si volge verso il neoministro delle Infrastrutture, alla sua destra, dicendo: "Così finimo alle tre…". La Presidente è contrariata per il lungo applauso dell’aula che potrebbe allungare i tempi del dibattito. È un segnale della voglia di mettersi al lavoro al più presto. A questo punto ella si rende conto di avere il microfono ancora aperto e non nasconde l’imbarazzo del fuori-onda, ma quel "finimo alle tre", nel gergo romanesco, è immediatamente ripreso non solo su Twitter, alla mercé di sarcastici commenti, ma ha evidenziato la genuinità della neopresidente che usa un linguaggio molto vicino ai suoi elettori, senza sovrastrutture verbali e senza usare vocaboli astrusi. È una semplicità lungi dall’essere paragonata al linguaggio enigmatico e inconcludente dei tanti che la precedettero sullo scranno di Palazzo Chigi, come quando si fece accenno alle famose "convergenze parallele" sulle quali ancor oggi siamo qui a chiederci a quale argomento si riferissero e come esse potessero mai convergere! A proposito di istruzione si esprime molto chiaramente! «Si è detto che nell’istruzione il merito sarebbe nemico dell’uguaglianza, ma in verità uguaglianza e merito non sono l’una avversaria dell’altro, ma fratelli. L’uguaglianza va garantita in fase di partenza, ma dove arrivi deve dipendere da te. Tutti devono poter arrivare ovunque. Questa è la base per combattere una società nella quale il tuo destino è segnato dalla famiglia di provenienza o dalle amicizie che hai».

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