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Il non inevitabile destino di Taiwan

Ho letto il commento su Taiwan di Roberto Scarcella nell’edizione del 4 agosto e l’ho trovato non corrispondente alla realtà e un po’ troppo depressivo. Sembra che si voglia far passare il messaggio che il destino di Taiwan sia inevitabile: "Unificazione" con la Cina, i taiwanesi volenti o nolenti. La realtà è che Taiwan è una splendida democrazia che dal 1987 è riuscita pacificamente a uscire dal regime coloniale cinese importato sull’isola dal Kmt fuggito dalla Cina nel 1949. E sarebbe utile ricordare che la storia complessa e affascinante di Taiwan non inizia nel 1949 ed è legata in modo molto blando all’Impero Qing solo dal 1683 al 1895. Oggi i taiwanesi, soprattutto le generazioni cresciute dopo il 1987, vedono la Cina unicamente come un vicino bullo e violento e la Cina, non essendo riuscita a conquistare "i cuori e i cervelli" dei taiwanesi, ogni giorno con le sue azioni si dimostra tale. Taiwan è un’isola circondata da acque non propriamente calme: conquistarla e mantenere il controllo di una popolazione decisamente non amichevole sarebbe un bagno di sangue. La conquista cinese di Taiwan non è inevitabile, soprattutto se la comunità internazionale delle democrazie liberali starà sempre al fianco della democrazia liberale taiwanese, come è giusto e morale che sia. L’imperialismo cinese non deve essere né coccolato né sottostimato. Non esiste che un politico di una democrazia liberale non possa andare a visitare un’altra democrazia liberale.

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