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Coerenza?

20 aprile 2022
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Riusciamo ancora a stupirci delle barbarie fisiche e psichiche figlie della guerra. Senza questa pilatesca condizione mentale difficilmente si riuscirebbero a giustificare eserciti e armamenti. Applichiamo sanzioni semplicemente per risciacquarci la bocca e senza arrossire paghiamo a Putin centinaia di milioni in cambio di gas e petrolio: milioni che finanziano la sua guerra.

Per non sconvolgere la nostra quotidianità armiamo un popolo e nello stesso tempo finanziamo quelle armi di distruzione di massa per sterminarlo. Nato, Europa, Russia e anche la neutrale Svizzera soffiano sul fuoco dell’odio condizionando il pensiero collettivo con la loro verità e disponibilità al dialogo che però rifiuta spazi concreti di manovra con un messaggio d’intransigenza e di chiusura che scarica sugli altri i propri pregiudizi.

La solidarietà è applicata a discrezione. È palese l’empatia e la solidarietà per i profughi ucraini ma anche la più incomprensibile negazione di tutte le altre incivili situazioni: non si possono chiudere gli occhi sulla realtà dei profughi al confine con il Messico o in Europa o dimenticare i naufragi nel Mediterraneo.

Con una classe politica che ragiona unicamente guardando ai profitti e all’apparire, con una società che non sa accettare una coscienza, con la morale della favola di Esopo del lupo e dell’agnello sempre più calzante, tornano attuali le parole di Leo Tolstoi: come non si può asciugare l’acqua con l’acqua, o spegnere il fuoco con il fuoco, così non si può eliminare la violenza con la violenza… e si potrebbe aggiungere: o eliminare l’odio con l’odio, o raggiungere risultati in politica senza la politica, o che si possa combattere una guerra sostenibile, con fair play e rispettando quei diritti che la guerra calpesta e nega per definizione.

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