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Ucraina, quo vadis?

È trascorso oltre un mese dall’inizio della guerra che oppone la Russia (il potente – ex? – Stato euro-asiatico guidato da un cinico autocrate) all’Ucraina (Stato indipendente nato nel 1991 a seguito della dissoluzione dell’Urss). Conoscendo un po’ la storia dei due Stati, fa male dover constatare come due popoli culturalmente simili si combattano l’uno contro l’altro, con risultato molti morti (una generazione di giovani, sia su un fronte sia sull’altro) e feriti, senza dimenticare le città ucraine completamente distrutte dal fuoco ‘nemico’. Il problema è che oggi sta prevalendo la logica della guerra e non ci sono, al momento, spiragli di pace. Fintanto che le armi avranno il sopravvento sulla Politica (quella con la P maiuscola), la Pace sembra lontana. Una cosa è certa: dalla guerra che si sta consumando in Ucraina usciremo tutti con le ossa rotte. Un’altra constatazione mi preme sottolineare: l’Europa Occidentale (succube e serva degli Usa, con un Presidente inetto) ha fallito su tutta la linea, a dimostrazione che l’Ue è nient’altro che una comunione economica, sorda alla solidarietà e cieca nel vedere le problematiche all’esterno dei propri confini. Troppo comodo imporre sanzioni a ripetizione. I problemi andavano risolti prima. Il conflitto in atto non avrebbe mai dovuto iniziare: la guerra è sempre insensata. Il dialogo è l’arma migliore. Il conflitto che si sta consumando in Ucraina potrebbe estendersi anche in altri ambiti internazionali, laddove gli interessi (fino a poco tempo fa condivisi) d’ora innanzi potrebbero rivelarsi drammatici. Non voglio pensare a tre parole, mi limito alle loro iniziali: T.G.M. Non oso immaginare cosa potrebbe succedere se un domani la Russia si portasse appresso la Cina e l’India (in Africa, per esempio) per contrastare l’Occidente. Da noi, per fortuna, è letteralmente esplosa la solidarietà. Partito sulle ali dell’emozione, l’accoglimento dei profughi ucraini è andato viepiù normalizzandosi, grazie ai provvedimenti presi a livello federale e cantonale. Il nostro Cantone sta allestendo un piano strategico per dare ospitalità ai profughi. Solo così si potrà programmare con successo il loro arrivo. È nell’interesse di tutti agire con razionalità.

P.S. Mentre mi appresto a inviare ai media le suddette riflessioni, prendo atto che c’è già chi insinua una data per la fine della guerra: il 9 maggio, il giorno della Grande vittoria dei russi nei confronti dei nazi-fascisti, anche se è prematuro confermare una simile proposta. Pazzesco. No comment!

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