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Canova tra innocenza e peccato Mart Rovereto

Per me lo scultore Canova è il più grande in assoluto. Certe sculture (esempio più famoso sono Le Tre Grazie, quando le abbiamo viste per la prima volta a una grande mostra anni fa a Venezia mia moglie gridava, molto divertita: "Ma sono lesbiche!") emanano una sensualità molto eccitante. Toccare i suoi magnifici sederi, queste rotondità emozionano tanto.

Allora, la Atte organizzava una visita a Rovereto per gustarsi Canova nel nuovo museo Mart costruito da Botta. Tre giorni per me erano troppi, allora con mia figlia mi sono recato in treno, che filava a 220 km/h verso l’Alto Adige.

C’erano pochissimi visitatori e ho capito subito il perché. Non c’è neanche una scultura originale! Solo quattro gessi e quelli sono privi di sensualità. Ho reclamato alzando la voce: "Psssst! Per favore silenzio". Il guardiano s’avvicina: "Sa, ha ragione, non è l’unico a reclamare. C’era addirittura una protesta, vede questa grande sala completamente vuota, il pubblico riteneva che nella presentazione non si tratta di arte ma semplicemente di pornografia". Dato che di Canova avevano ben poco da far vedere riempivano le altre sale con delle fotografie di donne e uomini nudi. Le donne per esempio facevano la gara a chi possedeva tra le gambe il cespuglio più grande. Arte contemporanea?

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