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I disservizi

Postfinance mi ha scritto: “Ci dispiace che lei e suo marito abbiate deciso di chiudere il vostro conto presso di noi”. Davvero mi riesce difficile crederlo. Da tanto tempo, infatti, la Posta sta togliendo, uno dopo l’altro, ogni servizio ai cittadini.
Per anni ho pagato le mie fatture allo sportello, accettando di buon grado di accollarmi i supplementi del caso, convinta com’ero che questi avrebbero contribuito a salvare qualche posto di lavoro. Per me era, ed è, importante che ci fosse una persona in “carne e ossa”, competente, alla quale chiedere informazioni. Oltretutto, e non è cosa da poco, si dimentica che l’ufficio postale è sempre stato un luogo d’incontro e di aggregazione.
Ma per la Posta e Postfinance sembra contare solo il profitto, e far parte di un mondo dove la quotazione in borsa è diventata la priorità.
Lo sbandierano nei loro spot pubblicitari: “La Posta c’è, anche per Lei, per tutti”... Tutti chi? Anche quegli anziani che faticano a spostarsi, che non hanno familiarità con la tecnologia? Forse che anche per loro “La Posta c’è”? Mi fanno proprio ridere!
Sappiano che, comunque, anche se a loro una chiusura non fa né caldo né freddo, a noi l’ufficio postale mancherà. E tanto.
Arriverà il giorno in cui si accorgeranno che anche alla gente non gliene importerà più nulla di loro. Faccio la parrucchiera da 57 anni, ne ho 72, e lavoro ancora. Parlo con molte persone: se queste dicessero di me ciò che dicono di loro, non ne andrei affatto fiera. Probabilmente cestineranno questa lettera, e le mie parole faranno solo il solletico al Gigante giallo. Un gigante che quando cammina non si cura di ciò che calpesta.

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