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La notizia che vale la candela

“Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere” è una citazione che spesso cerco di ricordarmi quando sento o leggo opinioni che non condivido e non approvo. Sono convinto che la libertà di espressione debba sempre essere garantita! Sono dell’idea che la libertà di espressione, essere in grado cioè di dire, scrivere e mostrare la propria opinione non significa insultare e denigrare chi non la pensa come noi. C’è vera libertà di espressione solo quando anche il rispetto per le relazioni umane è garantito. Questa introduzione per cercare di far passare un concetto molto importante in merito a una notizia molto discussa ultimamente. L’arresto di don Samuele Tamagni. Metto subito in chiaro che non è un articolo per difendere o scusare un gesto commesso. Sarà il lavoro di un giudice a decidere come dovrà rendere conto del suo comportamento. Vorrei piuttosto esprimermi su quanto apparso sui giornali, tralascerò lo scempio dei commenti letti sui social, di cui gli autori dovrebbero solo vergognarsi. Il lavoro della stampa, che è quello di fare notizia, di far discutere, di far girare l’informazione. Essere liberi di scrivere quanto si pensa non vuol per forza dire che si è autorizzato a scrivere qualunque cosa pur di fare scandalo. Mi riferisco a un articolo apparso su un domenicale ticinese, nel quale si descrive il prete con l’immagine di un mafioso, con la macchina potente, amante “della buona tavola” e del “vino di pregio”. Descritto come non molto intelligente secondo i suoi voti scolastici (nel 2021) e secondo una citazione in dialetto di un anonimo docente. La stampa ha il dovere di parlare di quanto successo, senza mai dimenticare il rispetto che la libertà di espressione comporta. A costo di qualche like, cuore o tiratura di meno.

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