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Cesare Beccaria cercasi

Considero il servizio di Falò andato in onda giovedì 18 novembre barbaro. Nel Medioevo vigeva la “berlina”: il condannato veniva esposto, non di rado sopra un palco e sottoposto a pubblico dileggio. Altra pratica – se possibile – anche più crudele era la gogna: collare di ferro, attaccato a una catena, che veniva stretto al collo del condannato; ovviamente l’azione si svolgeva sulla piazza per dare il massimo di visibilità al disumano ludibrio. Nella Svizzera italiana del XXI sec. invece abbiamo appositi “servizi televisivi”: il popolo non ha più bisogno di uscire in piazza, può starsene tranquillo spaparanzato nella poltrona di casa a nutrire la morbosa curiosità, assistendo a gogne mediatiche delle quali oggi possono fruire decine di migliaia di persone e – grazie all’informatica – di ogni parte del globo terrestre. A chi serve tutto ciò? A che scopo? Quale l’utilità? Ci illudevamo che il “progresso” avesse condotto l’Homo Sapiens al civismo di deputare Processi ed eventuali condanne alle istanze del Potere Giudiziario (uno dei cardini delle moderne democrazie). Con terribile disillusione constatiamo che persistono disumane barbarie, efficientissime ed efficacissime. Nel 2021 siamo ridotti a sperare nell’avvento di un novello Cesare Beccaria (1738-1794)!

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