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Il Pse non è un progetto progressista

Proprio mentre in questi giorni si moltiplicano gli sforzi per portare l’economia mondiale sulla strada della sostenibilità, in modo da scongiurare la catastrofe climatica, vi è ancora chi utilizza i termini di “riqualifica urbana” e “progresso” per continuare con un sistema economico dannoso, fatto di colate di cemento, di redditi per i soliti noti e di costi, problemi e inquinamento per la parte più fragile della società.

Un esempio di questo modo di agire è un grosso progetto chiamato “Polo sportivo e degli eventi” a Lugano-Cornaredo. Eh sì, perché accanto al nuovo stadio e a un palazzetto dello sport che nessuno, ma proprio nessuno contesta, si intendono costruire due mastodontici edifici alti 45 metri e larghi di più, quattro enormi palazzine per uffici o abitazioni, nuovi autosili, un ulteriore edificio per trasferire la Polizia comunale e un altro per usi commerciali non ben definiti. Per di più in un contesto di calo della popolazione, aumento degli appartamenti sfitti e forte debito pubblico. Ma non è tutto: nella bizzarra ipotesi che vi fosse davvero bisogno di ulteriori edificazioni, vi sono a due passi da lì, nel “nuovo quartiere Cornaredo” ben 360’000 metri quadrati di superficie utile lorda edificabili (una vera follia!): malgrado ciò si vuole affidare agli investitori uno spazio equivalente a quattro campi da calcio che fa parte del sedime pubblico (un bene pubblico, di tutti i cittadini!) storicamente dedicato allo sport. Purtroppo l’operazione non diventa “progressista” solo perché in Consiglio comunale il gruppo Ps-Pc ha proposto una serie di blande modifiche, la maggior parte delle quali si riducono a dei semplici auspici, per nulla vincolanti. Un’analisi seria, ragionata e trasparente di cosa si debba intendere come progresso si impone più che mai.

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