Il problema viario di Giubiasco tra commerci che preferiscono le auto e una periferia ingolfata
Ristrutturare il Viale 1814 di Giubiasco è l’unica soluzione per togliere il traffico di transito dalla Piazza Grande e dare un futuro al nucleo. Il nuovo svincolo autostradale di via Tatti faciliterà il tutto. Giubiasco è caratterizzato dalla Piazza Grande attorno alla quale si sono organizzati nuclei di edifici, in sintonia con lo spirito dei nostri villaggi: il Borghetto, il nucleo del Ponte Vecchio, quello alla Fraccia, la chiesa San Giobbe col cimitero e, un po’ più distaccato, il nucleo di Palasio. Poi c’è il viale Stazione che collega la Piazza Grande alla ferrovia ma anche la scuola comunale, il Mercato coperto e quella che un tempo era una zona industriale strategica.
Tutto il resto, purtroppo, è periferia cancerogena; non necessariamente perché procura tumori (è ancora da dimostrare), ma perché si sviluppa come un cancro. Un insieme di palazzine che sta sostituendo casette dentro giardini, sparse senza ordine né criterio in terreni rubati all’agricoltura e al pascolo di mucche e pecore, terreni parcellizzati senza rispetto per la topografia e le preesistenze, senza organizzare infrastrutture razionali e spazi pubblici, piazze e strade per le persone, per bambini e ragazzi; solo spazio per automobili.
La Piazza Grande è deturpata dal traffico di transito (cfr. laRegione del 22.10.2024) e c’è ancora chi si convince (cfr. laRegione del 23.12.2024) che senza quel traffico i commerci muoiano. I commerci muoiono perché la popolazione abita in periferia, segregata in solitudine nelle casette con giardino o in palazzine anonime, pur circondate da strisce di verde larghe pochi metri, con nanetti stupefatti e recinzioni, siepi e muretti che costano e non servono a nessuno; periferia la cui popolazione deve muoversi con l’automobile (una media di tre per famiglia) per recarsi al lavoro, accompagnare i figli, andare a bere un caffè o la birra e visitare i centri commerciali in periferia e anche in campagna.
Una volta la popolazione abitava nel nucleo, le case e gli appartamenti forse erano modesti, i soggiorni erano rari perché non c’era la televisione e perché le persone e ragazzi e bambini si trovavano in strada, in piazza, all’osteria, a contatto con negozi, artigiani e altre persone. A Giubiasco probabilmente prima o durante la Seconda guerra mondiale avevano cominciato a costruire il Viale 1814. Doveva aggirare la Piazza Grande e separava la zona industriale, lungo la ferrovia, dal villaggio e dai campi agricoli a est. Costruito fino a 50 metri oltre la via al Ticino, il viale doveva proseguire fino oltre il fiume Morobbia per ricollegarsi con la strada cantonale. Il progetto è stato interrotto, si presume negli anni 60, perché all’allora sindaco e commilitoni interessava costruire l’attuale via Bellinzona nell’intento di valorizzare i campi agricoli di loro proprietà.