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Il successo stimola il lamento. Anche con Winterland

L'evento è vita al posto dei freddi ciottoli di Piazza Grande. Il vero rumore è quello di chi vorrebbe rendere Locarno imbalsamata e tassatrice

(Ti-Press)

Ci risiamo. Probabilmente il successo travolgente di Winterland stimola ancora di più il lamento, purtroppo cronico. Mi ricordo che molti anni fa ci si chiedeva come dare un sussulto di vita a Locarno oltre il periodo del Festival, stimolando il territorio anche in bassa stagione (una strategia adottata in tutte le migliori città del mondo).

La vecchia “Locarno on Ice” e l’attuale Winterland sono una risposta che accoglie migliaia di persone, dando vita al salotto invernale di Locarno. Altrimenti avremmo semplicemente una distesa di ciottoli freddi: nulla di monumentale, ma semplicemente desolante. Desolante come il giudizio di un collega consigliere comunale su cosa dovrebbe essere la nostra Città: un territorio taciturno, sonnecchiante e mosso dall’inerzia, dove le iniziative vanno semmai segregate nella solita rotonda o tutt’al più in zona Largo Zorzi. Una visione retrograda, per nulla aggregativa, che traduce la solita superbia ben pensante.

Per quel che concerne gli aspetti economici, è importante che al nascere di Winterland sia data priorità agli investimenti e ai relativi rischi. E questo prima di pensare subito a come mungere la manifestazione, come vorrebbe il Partito socialista cittadino. Nulla toglie che se i profitti si confermano e la manifestazione si consolida, si potrà certamente chiedere che la Città goda anche di una congrua entrata. Mi verrebbe però da dire: “Nel dubbio, si stimola” e non “nel dubbio, si tassa”.

So però che la mia visione è liberale, a differenza dell’approccio ultraconservatore o socialista, che abbiamo letto sui giornali negli ultimi tempi. Da non dimenticare che i concerti erano offerti alla cittadinanza e tutti potevano pattinare gratuitamente, con programmi pensati per le famiglie, coerentemente con il label di “Locarno Comune amico dei bambini”. Appunto: amico dei bimbi, non del canone di affitto o del vuoto. Mi pare anche che Winterland abbia colto la critica mossa all’edizione precedente: coinvolgere meglio i ristoratori, sia a livello architettonico sia di attività. Un’esigenza sacrosanta, sempre migliorabile, ma sicuramente fatta propria come potranno accorgersi tutte le persone che scendono in Piazza. Senza dubbio in futuro potrà essere curato maggiormente l’arredo, per una migliore armonia anche di giorno.

Senza una simile manifestazione – o segregandola – l’indotto per la Città migliorerebbe? No. La gente vivrebbe la Piazza? No. Il territorio diverrebbe più attrattivo? Men che meno. Sono evidenze che hanno spinto il Municipio – notoriamente pacato, moderato e molto attento alle sensibilità sociali – a rispondere in maniera chiara alle subdole interrogazioni sul tema. Come consigliere comunale e libero cittadino di questa Città voglio combattere dunque il vero rumore che sentiamo: quello di chi vorrebbe rendere Locarno imbalsamata e tassatrice.