Sentiamo troppo volte la frase “lo abbiamo fatto per mandare un messaggio”, specialmente da parte di certe frange ambientaliste esperte nell’incollarsi sulle autostrade e nel vandalizzare opere d’arte. Sostenute – assai tiepidamente, va riconosciuto – dai loro referenti politici, ben più consapevoli della reazione negativa da parte dell’opinione pubblica ma che non possono smarcarsi perché verrebbero accusati di essere troppo moderati. Secondo me, questo volere seguire a tutti i costi o perlomeno non distanziarsi dall’ala più estrema è uno dei motivi principali delle continue sconfitte politiche che gli ambientalisti hanno subito negli ultimi anni. Insomma, ostinandosi a voler “mandare messaggi” si dimenticano che di messaggi ne ricevono altrettanti e ben più chiari perché inviati dalla maggioranza dei votanti. Eppure, invece dell’autocritica preferiscono considerarle medaglie al merito. L’iniziativa sulla responsabilità ambientale in votazione il 9 febbraio è l’ennesimo esempio di questo atteggiamento e va bocciata senza se e senza ma, con la speranza che prima o poi la capiscano. Senza contare i costi di una votazione federale del genere con un solo oggetto.