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Oms e disinformazione

Nell’articolo a pagamento apparso sulla Regione di giovedì 2 maggio, si torna a sventolare lo spauracchio del “Pandemic Treaty”, il trattato dell’Oms per la preparazione e la lotta alle pandemie attualmente in consultazione presso i suoi 194 Stati membri (tra cui la Svizzera). Secondo l’autore dello scritto, con quel trattato l’Oms “vorrebbe imporre agli Stati, cioè a tutti noi, regole vincolanti”, con la conseguente “perdita di autonomia decisionale in caso di gravi problemi sanitari”, e aggiunge che con la sua sottoscrizione diventeremmo “schiavi” dell’Oms.

Niente di più falso: l’art. 3 del trattato infatti sancisce “il pieno rispetto della dignità, dei diritti umani e delle libertà fondamentali di tutte le persone” e inoltre “il diritto sovrano degli Stati di adottare, legiferare e attuare la legislazione, nell’ambito della loro giurisdizione, in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e i principi del diritto internazionale, e i loro diritti sovrani sulle loro risorse biologiche”. Anche l’Ufficio federale della salute, nella presentazione dei negoziati in corso con l’Oms, conclude con la frase “Anche in futuro la Svizzera deciderà in modo sovrano della propria politica della sanità e dei provvedimenti in caso di pandemia”.

L’autore continua il suo articolo criticando la gestione del Covid-19, dei vaccini e le conseguenti limitazioni delle libertà personali. Tutte cose di cui avremmo certamente fatto volentieri a meno. Ma una riflessione va fatta. Il livello di conoscenza attuale dei coronavirus non permette di prevederne l’evoluzione: di conseguenza avremmo potuto trovarci improvvisamente in presenza di un virus contagioso come il Covid, ma con un tasso di mortalità del 35% come il Mers-CoV, il coronavirus responsabile dell’epidemia sviluppatasi nel 2012 in Arabia Saudita. Se quel virus si fosse diffuso in Svizzera con la stessa penetrazione del Covid, i decessi nel nostro Paese sarebbero stati dell’ordine di 1,5 milioni. Ecco che allora la disperata corsa ai vaccini e le limitazioni delle libertà – specialmente per i cittadini che non hanno voluto il vaccino, aumentando così la probabilità di diffusione del virus – trovano entrambe la loro sacrosanta ragione di essere.

Certamente, con il senno di poi, la pandemia si poteva affrontare diversamente. È proprio anche grazie all’Oms e alla partecipazione dei suoi Stati membri che in futuro saremo meglio preparati, minimizzando decessi e disagi. A condizione che i cittadini siano partecipi e non vittime della disinformazione.

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