Estero

A Ginevra 194 Paesi cercano un accordo sul piano pandemico

Al momento un testo condiviso su scala planetaria sembra lontano, ma il direttore generale dell’Oms è ottimista

La Cina ai tempi della pandemia
(Keystone)
27 maggio 2024
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È partita in salita l'Assemblea Mondiale della Sanità, il principale organo decisionale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Si è aperta questa mattina a Ginevra e non c‘è ancora un accordo sulla misura più attesa: un piano che dovrebbe prevenire future pandemie e garantire una risposta efficace qualora si verificassero.

La stesura del piano è cominciata oltre due anni fa, quando la fase più acuta dell'emergenza Covid-19 era da poco alle spalle. Nonostante lunghi negoziati, i 194 Stati membri dell'agenzia non sono riusciti a portare in Assemblea un testo condiviso. Gli argomenti di frizione sono molti: il timore di cessione di sovranità all'Oms, l'equilibrio tra la tutela degli interessi commerciali e l'accesso tempestivo e a prezzi accessibili a farmaci e vaccini da parte dei Paesi più poveri; la condivisione delle informazioni sugli agenti patogeni.

I timori delle delegazioni

Le delegazioni sono abbottonate. Tuttavia, la lettera che la scorsa settimana 24 governatori repubblicani hanno inviato al Presidente degli Stati Uniti Joe Biden dà una misura dei temi sul piatto: il piano pandemico "minerebbe la sovranità nazionale, violerebbe i diritti degli Stati e metterebbe a repentaglio le libertà costituzionalmente garantite", scrivono. "Se adottati, questi accordi cercherebbero di elevare l'Oms da organo consultivo a autorità sanitaria pubblica globale" e il direttore generale otterrebbe "il potere unilaterale" di dichiarare le emergenze.


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Tedros Adhanom Ghebreyesus. direttore generale dell’Oms

I governatori temono inoltre "la creazione di un'infrastruttura di sorveglianza globale", "la possibilità per gli Stati membri di censurare i discorsi relativi alla salute pubblica", la possibilità di facilitare "la proliferazione delle armi biologiche". Dall'Oms hanno smentito più volte questi timori e ormai mancano poche ore per giungere a una versione condivisa del testo.

Il direttore generale ci crede

Il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus si dice ottimista. "Rimango fiducioso" che troverete un accordo, dice rivolto alla platea durante il suo intervento di apertura. "So che tra voi rimane la volontà comune di realizzare tutto ciò, quindi deve esserci anche un modo", ha affermato nel suo intervento. Al momento le probabilità non sembrano alte e anche la modifica al Regolamento Sanitario Internazionale sembra faticare.


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Il muro della memoria per i morti di Covid a Londra

Tra gli argomenti caldi dell'Assemblea, c’è anche l'approvazione del piano operativo dell'Oms per il quadriennio 2025-2028. Sullo sfondo, il tema del finanziamento dell'agenzia. Due anni fa, gli Stati membri hanno adottato la decisione di aumentare entro il 2030 i propri contributi fino al 50% del bilancio di base dell'Oms. Al momento, però, l'agenzia naviga nell'incertezza. Oggi "i contributi provenienti dagli Stati membri rappresentano il 17% del nostro bilancio totale. Il resto proviene da contributi volontari, per lo più imprevedibili, con più vincoli e provenienti da pochi donatori. Non sappiamo quando arriveranno, né quanto saranno", ha affermato Tedros. "Nessuna organizzazione può funzionare in modo efficace quando molti dei suoi programmi si basano su un'esistenza alla giornata", ha concluso.

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