laR+ I dibattiti

No alla Riforma fiscale dei Robin Hood al contrario

(Ti-Press)

I francesi la chiamano “mensonge par omission”, che suona decisamente meglio di una nostrana “balla elettorale”. Perché dire che la Riforma fiscale in votazione il 9 giugno farà gli interessi delle classi medie e basse, è una grossolana bugia travestita da mezza verità, secondo il classico sistema dello specchietto per le allodole. Mi spiego.

La riduzione dell’aliquota sul reddito dell’1,66% porterà un beneficio di 63 Fr. annui per chi dichiara un reddito determinante tra i 20’000 e i 50’000 Fr. annui. Per un reddito determinante tra i 50’000 e i 70’000 questo guadagno sarà di 146 Fr., tra i 70’000 e i 90’000 di 240 Fr. Sapendo molto bene quante famiglie faticano ad arrivare a fine mese, non avrò l’arroganza di sminuire questi montanti. Allo stesso tempo, è necessario segnalare le conseguenze di questa misura in termini di meno entrate nelle casse pubbliche. Considerando quelle di Cantone e Comuni, stimiamo un totale di 27,8 Mio di franchi. L’altra misura contestata è quella della riduzione dell’aliquota massima dell’imposta sul reddito, che costerà alle collettività pubbliche più di 31 milioni di franchi. Saranno quindi quasi 60 i milioni di franchi di minori entrate nelle casse dei Comuni e del Cantone.

Chiediamoci ora: chi pagherà il conto? Proprio quelle stesse classi medie e basse che si vogliono convincere con i presunti “vantaggi per tutti”! Perché a settembre le maggioranze politiche e imprenditoriali che sostengono questi sgravi torneranno a proporre tagli ai premi delle casse malati, diminuzioni dei sussidi a decine di istituzioni a sostegno dei più bisognosi, e un attacco generalizzato del servizio pubblico. Che non avrà assolutamente nessun impatto sui veri beneficiari di questa riforma, i super ricchi che risparmieranno fino a mezzo milione di franchi annui di tasse (a testa!), ma che andrà a peggiorare in modo importante la qualità di vita di chi invece di questi servizi è beneficiario.

Quanto scrivo non è soltanto una previsione, bensì una considerazione relativa agli ultimi 10 mesi vissuti dal nostro Cantone. Il preventivo 2024 che ha portato in piazza a manifestare migliaia di persone è conseguenza di 20 anni di scriteriati regali fiscali ai ricchi, portati avanti dalle maggioranze politiche di questo cantone. Nell’ordine, ad esempio, 20 Mio di incassi persi con la riduzione dell’aliquota massima sulla sostanza votati nel 2017, 45 risultanti dalla riduzione del coefficiente cantonale di imposta del 2019, accompagnati lo stesso anno dagli 85 Mio della riduzione dell’aliquota sull’utile e i 12,5 del computo dell’imposta sul capitale all’imposta sul capitale. Il costo totale di queste misure è di 162,5 milioni. Un montante largamente superiore ai 130,8 Mio di disavanzo del preventivo votato lo scorso febbraio.

“Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso” dice il proverbio. Visto che a piangere saremo noi, classe laboriosa di questo Paese, facciamo in modo di non essere la causa di questo ulteriore male, e votiamo No il prossimo 9 giugno.

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