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Gli studiosi fanno il loro lavoro, i politici meno

(Ti-Press)

Il Centro competenze tributarie della Supsi per quanto attiene all’attenuazione dell’aliquota per i redditi più elevati così si esprimeva: “L’attenuazione dell’aliquota massima dal 15 all’11% favorisce esclusivamente gli alti redditi e lascia inalterata la pressione fiscale per i redditi più ridotti. Il vantaggio di questa soluzione, che è l’unica a nostro parere, sostenibile, è quella di consentire al Cantone Ticino di migliorare notevolmente la sua posizione nel contesto intercantonale con una contrazione di gettito estremamente ridotta”.

Questa affermazione è contenuta, non nella recente pubblicazione del 2024, ma nella sintesi di uno studio, presentato pubblicamente, di oltre 200 pagine effettuato dal Centro competenze tributarie nel 2009 su mandato del Consiglio di Stato. Già in quegli anni si poneva in tutta la sua urgenza la mancanza di attrattività del Ticino che applicava di fatto le aliquote decise nel 2001 (quando si scese dal 17% in vigore dal 1976 al 15%), mentre la maggior parte degli altri Cantoni aveva notevolmente già ridotto la propria pressione fiscale. Questa analisi venne poi aggiornata e pubblicata una prima volta nel 2013, poi nel 2021 e, infine, pochi giorni fa

Nulla di nuovo quindi: considerazioni, analisi, cifre, dati, e confronti intercantonali sono conosciuti, pubblicati e aggiornati regolarmente dal 2009. La critica degli oppositori agli sgravi sulle tempistiche della pubblicazione dello studio relativo alla pressione fiscale intercantonale rivolta al Centro competenze tributarie, è ridicola e in malafede.

La poco invidiabile condizione del Canton Ticino, ormai prossimo a indossare la maglia nera per quanto attiene alla pressione sugli alti redditi, se conosciuta è motivo di preoccupazione per chi a ragione teme il fuggi fuggi di eccellenti contribuenti; e per il ceto medio che sarà chiamato alla cassa per compensare il loro minor gettito. Piaccia o no, la pressione fiscale intercantonale è l’elemento fondamentale per quanto riguarda la scelta della propria residenza da parte di persone facoltose; fatto che precede di molto altre condizioni “soft”; lo si rileva ancora dalla sintesi dello studio della Supsi pubblicato nel 2009.

Dalla pubblicazione del rapporto del Centro competenze tributarie del 2009 sono trascorsi già 15 anni: difficile comprendere quali considerazioni e ragionamenti hanno indotto il Consiglio di Stato a intervenire solo dopo così tanto tempo. Come se fosse stato necessario tutto questo tempo per “covare l’uovo”.

Proprio per non peggiorare ulteriormente l’attrattività del Canton Ticino, è indispensabile accogliere la Riforma della legge tributaria in votazione il prossimo 9 giugno. Questo per evitare un duplice guaio: situazione finanziaria pubblica molto preoccupante e aliquote molto elevate. Un binomio dissuasivo per quanto riguarda l’attrattività del Ticino per i contribuenti facoltosi e un ulteriore peso per noi che non possiamo andarcene.

Alle stesse conclusioni giungeva lo studio del 2009, che osservava quanto segue: “La critica posizione del Ticino per quanto riguarda il prelievo fiscale sui redditi elevati delle persone fisiche nel confronto cantonale, non solo potrebbe comportare un’emorragia di gettito, ma non consente certo di attirare nuovi contribuenti facoltosi nel nostro cantone”.

Quanto sarebbe prezioso oggi l’invito di Einaudi: conoscere per deliberare…

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