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Avs picconata, donne ancora maltrattate

Nuovo attacco allo Stato sociale. Le rendite vedovili saranno abolite, e per adeguare il diritto si sacrificano le donne

Momento di una dimostrazione a Lugano nel 2020 contro il patriarcato
(Ti-Press)
16 dicembre 2023
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Basta rendite a vita per le vedove. Chi perde il marito dovrà accontentarsi di ricevere la vedovanza per soli due anni invece della rendita a vita, se non ha figli minori di 25 anni a carico. È l’amara e misogina riforma che propone il Consiglio federale.

Questa volta a Palazzo l’hanno pensata bene per turlupinare le donne vedove. Con la scusa di doversi adeguare al richiamo della Corte europea dei diritti dell’uomo, che aveva denunciato la Svizzera perché discriminava i maschi concedendo solo alle donne la rendita vedovile, cosa fa il governo? Offre anche agli uomini il diritto alla vedovanza, visto che è un pilastro dello Stato sociale? No. Più semplicemente, abolisce la rendita delle donne. Due piccioni con una fava: adeguamento al diritto e risparmi, circa 720 milioni di franchi l’anno a partire dal 2035 e fino a un miliardo dal 2040 per le casse dell’Avs, nonché 160 milioni l’anno per le casse della Confederazione.

Sottile la giustificazione dello smantellamento della rendita: “Il progetto consentirà di adeguare le prestazioni all’evoluzione della società, che include la partecipazione attiva delle donne al mercato del lavoro, e di tenere conto delle nuove forme di strutture familiari. (…) Considerati il numero crescente di donne esercitanti un’attività lucrativa, la carenza di manodopera e di personale qualificato, come pure l’evoluzione della ripartizione dei ruoli in seno alla famiglia e nella vita professionale, la concessione di rendite vitalizie dopo il decesso del coniuge non è più giustificata”.

Traduciamo: care vedove, invece di stare a casa a piangere per il marito scomparso, rimboccatevi le maniche e andate a lavorare. Inoltre, piccolo corollario governativo: abbasso il matrimonio.

È una misura iniqua ed è preoccupante e vergognoso come venga giustificata: come se le trasformazioni della famiglia, la discriminazione del lavoro femminile, il sessismo, le casse pensioni spesso insufficienti, permettessero alle vedove di avere un futuro roseo dopo aver perso il marito. Per le donne è un altro colpo basso, dopo la riforma Avs 21 che ha innalzato l’età di pensionamento. Avete voluto la parità? Allora pedalate, ordinano i ministri.

È evidente che la misura andrà a colpire soprattutto le donne più fragili, con bassi redditi e formazione professionale non elevata. Spieghi la signora Karin Keller-Sutter alle vedove – circa 180mila l’anno scorso beneficiavano della pensione – perlopiù donne mature o in età, quanti posti di lavoro possono trovare alla vigilia dei sessant’anni.

“Il Consiglio federale – ha dichiarato il socialista Pierre-Yves Maillard –, dominato dai partiti borghesi, trasforma senza necessità un progetto di uguaglianza in uno smantellamento: invece di aumentare le rendite ai vedovi, vuole ridurre le rendite alle vedove. Il Partito socialista si opporrà a questo smantellamento sociale”.

D’altra parte, le misure di risparmio che il Consiglio federale propone e che il Parlamento sta discutendo non annunciano niente di buono. Tagli della spesa sociale, per la formazione, per i trasporti e l’ambiente, ma con un’eccezione di rilievo, una vera bomba: la ministra della Difesa chiede di incrementare la spesa per l’esercito dagli attuali 6 miliardi di franchi annui a 9,5 nel 2030.

La riforma della legge Avs (LAvs) è in consultazione dall’8 dicembre. Se non viene rimandata al mittente andrà in Parlamento in autunno. Gentili signore vedove, se rimarrete senza pensione e vi capiterà di andare a votare, meditate.

Questo contenuto è stato pubblicato grazie alla collaborazione con il sito d’informazione naufraghi.ch

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