I dibattiti

Banche e immigrati: siamo tutti sulla stessa barca?

Nel solco di San Nicolao non dobbiamo chiudere il cuore a chi è nel bisogno. Il Centro d'asilo? ‘Una sfida costante per la coscienza umana e civile’

Don Gianfranco Feliciani, arciprete di Chiasso
(Ti-Press)

Domenica 30 luglio, con due giorni di anticipo, ho invitato i fedeli di Chiasso a pregare per la Patria, celebrando la messa nel ricordo di San Nicolao della Flüe, nel giardino della Casa anziani. Mi sono commosso nel sentire i nostri anziani – la maggior parte di essi memori dei drammi della seconda guerra mondiale – cantare il ‘Quando bionda aurora’. E rileggendo qualche passaggio della splendida omelia che Papa Giovanni Paolo II tenne al Flüeli-Ranft il 14 giugno del 1984, durante il suo viaggio in Svizzera, ho cercato di mettere a fuoco la “questione morale” dentro alcune scottanti questioni del nostro tempo. Il saggio e ‘politico’ San Nicolao ci ha lasciato una testimonianza e un’eredità di valori che non possiamo relegare nel passato, ma raccogliere e far fruttare come realtà sempre vive e più attuali che mai.

Come evidenziato quel 14 giugno di quasi quaranta anni or sono da Papa Giovanni Paolo II, "per quanto concerne la Svizzera e i vostri rapporti con altre nazioni, San Nicolao diede allora ai suoi concittadini, secondo la tradizione, questo consiglio: “Non allargate troppo i confini… Non vi immischiate in affari estranei. Questo principio ha condotto in definitiva alla vostra neutralità riconosciuta e sicuramente benemerita. Sotto la sua protezione la piccola Svizzera è diventata oggi una potenza economica e finanziaria. Come comunità democraticamente costituita, vegliate attentamente su tutti i fenomeni in questo mondo potente del denaro”.

"Anche il mondo delle finanze è mondo di uomini, il nostro mondo, soggetto alla coscienza di tutti noi; anche a esso appartengono principi etici. Vegliate soprattutto perché con la vostra economia e il vostro sistema bancario forniate servizi di pace al mondo e non contribuiate – forse indirettamente – alla guerra e all’ingiustizia nel mondo".

E ancora: "La neutralità svizzera è un grande bene; continuate a fare pieno uso delle vostre possibilità di concedere asilo ai profughi e a svolgere opere di assistenza che sono possibili solo da parte di un Paese neutrale… Non abbiate timore di guardare oltre la recinzione, fate proprie le ansie di altri popoli e porgete al di là delle frontiere una mano soccorritrice".

Orbene, in queste ultime settimane le nostre autorità cittadine hanno manifestato preoccupazione per i ripetuti comportamenti incresciosi di alcuni richiedenti asilo, i quali stanno mettendo a repentaglio l’ordine pubblico. La preoccupazione è resa ancora più viva dall’intenzione di Berna di aumentare il numero delle presenze dei rifugiati al Centro federale d'asilo a Pasture.

Che cosa dire in proposito? Quello dei profughi è un fenomeno inarrestabile che ci coinvolge tutti. Il mondo è diventato un villaggio globale. O impariamo a guardare il futuro insieme, o non ci sarà alcun futuro! Cittadina di frontiera, ultimo lembo di un piccolo Stato da molti considerato “isola felice” separata dal resto del mondo, Chiasso è come se oscillasse tra due identità e atteggiamenti contrastanti: essere ‘ponte’ che unisce, o essere ‘muro’ che divide e respinge. Il Centro richiedenti asilo rappresenta una ‘sfida’ costante per la coscienza umana e civile di tutti i chiassesi.

Qualche calcolo occorrerà fare e qualche provvedimento occorrerà prendere, ma certo sempre vigilando per non cedere mai a sentimenti di ostilità e xenofobia. A chi si dice cristiano va ricordato che nello straniero e nel profugo dobbiamo riconoscere il volto stesso di Gesù, ma a tutti va ricordato che il rispetto dei diritti umani e il dovere di non chiudere il proprio cuore a chi è nel bisogno, sono valori che scaturiscono dalla concezione democratica dell’uomo e della società.

Potremo allora in buona coscienza dire a chi bussa alle nostre frontiere: “Non possiamo più prendervi, non c’è posto per voi?”… Ci ricorda Papa Francesco: “Dalla nostra capacità di accogliere l’altro, lo straniero, il diverso, dipende la qualità dei nostri rapporti umani anche con chi ci è vicino, prossimo, amico”.

In questi mesi nella nostra Svizzera abbiamo assistito a un ‘terremoto’ delle nostre Banche, che lascia presagire come conseguenza il taglio di moltissimi posti di lavoro. Tanti nostri giovani, tante nostre famiglie sono nella costernazione più nera. Potranno le Banche in buona coscienza dire a quanti verranno licenziati: “Non possiamo più prendervi, non c’è posto per voi!".

Fa decisamente un certo effetto sentire quelle stesse parole adesso rivolte a noi. Che strana sensazione sentirci tutti sulla stessa barca. Ma questa è la verità delle cose. Papa Francesco non si stanca di ammonirci: “I migranti sono una parte della soluzione e non una parte del problema. I poveri non sono una minaccia, ma un appello a cambiare un sistema ingiusto!”.

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