I dibattiti

Uno skate park migliore? Sì, ma quando?

La sede scelta
(Render Città di Mendrisio)

Dopo la decisione del Consiglio comunale di Mendrisio dello scorso 12 giugno relativo allo skate park di Mendrisio, un gruppo di cittadini e politici ha deciso di lanciare un referendum contro questa decisione. Questa scelta appare più opportunistica e di ‘melina’ piuttosto che tendere a un reale miglioramento del progetto (e non entro nel merito delle cifre fasulle citate nel referendum).

Innanzitutto, alcuni dei referendari, in particolare di centro e Udc, al momento dell’approvazione del preventivo comunale del 2023 hanno lamentato poco rigore finanziario e richiesto un maggiore contenimento delle spese, palesando e proponendo anche tagli lineari e sulle politiche giovanili, poi respinti dal Consiglio comunale. Non mi spiego come, a un tratto e per le stesse persone, un progetto realistico e attento ai costi diventi di colpo poco ambizioso e inadeguato, come se all’improvviso si trovassero risorse illimitate per migliorare il progetto. Migliorabile, certo, ma quando? A che costi?

Sembra più un modo per rinviare a un’altra generazione un progetto pronto, e riavviare un premiato processo partecipativo (Sion, giugno 2023, Fondazione per la democrazia) alle calende greche.

Colgo l’occasione per chiedere ai referendari, che criticano la presunta bassa partecipazione dei giovani alla costruzione del progetto: sulla base di quali indagini tra la popolazione giovanile avete deciso di promuovere il referendum? Avete accertato malcontento? Con che strumenti? Chi avete interpellato? Non mi pare che l’età media dei firmatari sia particolarmente bassa o rappresentativa della generazione a cui il progetto si rivolge...

Per questo, invito i referendari, così come i cittadini che stanno riflettendo se firmare o meno il referendum, a visitare i siti social legati al mondo dello skate e del parkour, e a registrare le reazioni all’approvazione del Cc, che si possono semplicemente riassumere in un grande ‘Finalmente!!!’. Forse aiuterà a capire che, dopo anni di promesse e attese, è tempo di risposte e soluzioni, non di rinvii e vane ipotesi migliorative irrealizzabili, usate come specchietti per le allodole.

Altrimenti, non sorprendiamoci, con questi giochetti delle tre carte, della palese disaffezione dei giovani cittadini (e non solo) verso la politica e la gestione della cosa pubblica.

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