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‘Della guerra’ di Gianluca Grossi

8 luglio 2023
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‘Della guerra’ è il titolo del trattato militare di Carl Von Clausewitz sul quale si sono formati molti ufficiali e al quale hanno attinto politici e rivoluzionari che hanno cambiato il mondo della modernità. Von Clausewitz nega che la guerra sia un «fenomeno puramente militare» e il suo celebre assioma «la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi» ha contraddetto ciò che la propaganda mediatica di oggi afferma. L’“Occidente” unanime, da oltre un anno, asseconda le disposizioni degli Stati Uniti e designa Putin il solo aggressore. Lo espone all’odio generalizzato e gli nega ogni ragione contestando il proposito di difesa della dignità del popolo russo, in particolare quello che cerca l’autodeterminazione nel Donbass e in Crimea. Il presidente Biden e gli Stati Uniti stanno condizionando il pensiero di un Europa soggetta alla Nato e di riflesso all’imperialismo americano. Gli Usa sono una nazione in declino che reagisce al suo crepuscolo in modo assurdo e insensato. Da ciò consegue un grave deficit di strumenti per comprendere il fenomeno bellico nel conflitto in corso fra due potenze imperiali: la Russia e gli Usa. Benché risalga al 1832, il capolavoro di Von Clausewitz sembra scritto per l'epoca in cui viviamo.

Nell’editoria ticinese, in questi giorni, è apparsa una rara sorpresa: il libro di Gianluca Grossi dal titolo ‘Sulla guerra’. L’autore, titolando la sua opera, non solo ha parafrasato Von Clausewitz ma da ogni sua frase si intuisce che lo ha anche letto e vi ha riflettuto a lungo. È un esempio su come ci si può sottrarre al martellare ossessivo della propaganda americana e di quell’Europa che l’accoglie servilmente. L’Italia, un Paese occupato militarmente dagli Stati Uniti e retto da un governo di nostalgici fascisti mai esprime perplessità sul significato delle basi Usa e degli arsenali nucleari sparsi nel Bel Paese. Neanche noi, italiani svizzeri, diamo un segno di inquietudine, anche se tutti sappiamo che in caso di un confronto nucleare fra la Russia e l’Occidente “libero” i primi obiettivi da annientare si trovano in Italia e in Germania dove esistono, dal lontano 1945, depositi di armi nucleari delle forze americane di occupazione che hanno combattuto il nazifascismo. Il conflitto fu vinto proprio grazie all’intervento decisivo dell’Urss. Malgrado i 26 milioni di morti, la Russia viene oggi considerata dal presidente Biden una potenza trascurabile da annientare, prima di una Cina che dovrà subire la stessa sorte. Incaricati, per procura, di battere la Russia e vittime sacrificali sono gli Ucraini. È tuttavia difficile per un piccolo Stato come è l’Ucraina e anche con il sostegno presunto di tutto l’“Occidente” raggiungere questo obiettivo. Oggi per trovare un racconto diverso dai media del mondo “libero” siamo costretti ad andare su You Tube dove troviamo i pochi dissenzienti. Sono personaggi come Giuglietto Chiesa, Alessandro Orsini, Massimo Cacciari, Marco Travaglio, Michele Santoro, Piergiorgio Odifreddi, Alessandro Di Battista e alcuni altri o altre. Sono giornalisti e intellettuali in gran parte costretti all’esilio mediatico. L’aria che si respira è di guerra di religione, supportata dall’attivismo di una inquisizione politica e ideologica, spesso svolta con procedure arbitrarie, lesive dei diritti, della libertà e della dignità dell'individuo. Gianluca Grossi ha fatto suo anche il concetto di Immanuel Kant. Il filosofo di Königssberg ha scritto che l’illuminismo è l'uscita dell'essere umano dallo stato di minorità di cui egli stesso è colpevole. Minorità è l'incapacità di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro. Colpevole è questa minorità, se la sua causa non dipende da un difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi di essa senza essere guidati da un qualsiasi imperatore (sia esso americano, russo o cinese) che ti riporta allo stato di minorità politica e sociale, antecedente all’anno della Rivoluzione francese: il 1789.

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