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La ricerca dell’effimero

marymarkevich/Freepik
20 maggio 2023
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Lo scorso dicembre in questa rubrica si è parlato di felicità e di come alcuni strati della società stiano tentando di raggiungerla cambiando il modo di fare economia e puntando di più sul capitale umano. Riducendo per esempio le ore lavorative del personale oppure lasciando ai clienti la possibilità di fissare loro stessi i prezzi dei prodotti. In questo modo si creano motivazione, scambi, opportunità. C’è però chi va ancora più a fondo in questa ricerca della felicità, un sentimento difficile da raggiungere per la sua natura fragile e sfuggente. A inizio gennaio il celebre e controverso avvocato Sébastien Fanti (ex incaricato della protezione dei dati e della trasparenza del Canton Vallese) ha pubblicato un annuncio sui suoi canali social per un posto nel suo studio di ‘chief happiness officer’, vale a dire di “responsabile della felicità”. Fra i compiti del futuro collaboratore figurerebbero la bravura nel “tenere alto l’umore del team”, la maestria nel “creare energia positiva” e la capacità di “relativizzare i problemi grazie all’umorismo”. Personaggio a tratti scomodo e conosciuto per la sua schiettezza – famosa la sua critica alle scarse capacità intellettive dei parlamentari vallesani –, Fanti sul web è stato lodato e al contempo fortemente criticato. Dal canto suo lui afferma che le candidature gli sono letteralmente piovute addosso e che l’offerta di lavoro è e rimane seria. A rendere un avvocato soddisfatto una volta bastavano il prestigio e l’onorario, ora ci vuole davvero di più? La nostra società sta cambiando tanto in fretta? Dare importanza al benessere interiore può essere indice di un cambiamento positivo verso valori che stimolano la crescita personale, la solidarietà e il senso di comunità. Oppure può indicare la presenza di un malessere diffuso. A nord delle Alpi qualche indizio di disagio in questo senso c’è. Da un po’ di tempo a Zurigo, Winterthur, Berna, Basilea e Lucerna si organizzano le “serate degli abbracci”, eventi rivolti a chi necessita di affetto e contatto fisico. Nati a New York 20 anni fa – la città della frenesia e dell’alienazione per eccellenza – questi eventi si tengono una volta al mese e stanno prendendo sempre più piede. Le serate servono a regalare calore umano e, come ci tengono a precisare gli organizzatori intervistati dal Blick, non hanno nulla a che vedere con l’erotismo: le carezze che i partecipanti si scambiano devono rimanere caste. Secondo i risultati di studi scientifici farsi toccare e accarezzare calma il sistema nervoso, abbassa la pressione e riduce lo stress. Chi partecipa lo fa quindi per trovare pace e conforto e sconfiggere paure, depressioni, esaurimenti o insonnia. Se per sentirsi in contatto con il mondo le persone non hanno nessun’altra possibilità se non quella di abbracciare estranei, allora forse è davvero arrivato il momento di cambiare rotta, di abbandonare i sogni di gloria e ricchezza e di inseguire la felicità, per quanto sfuggente essa sia.

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