I dibattiti

Molino Nuovo, il Sombrero non si tocca

Adriano Venuti, vicepresidente del Ps Ticino, auspica una mobilitazione popolare capace di difendere con successo la fontana

Adriano Venuti, vicepresidente del Ps Ticino
(Ti-Press)

In occasione delle elezioni federali del 2011 il Partito Socialista organizzò una castagnata in piazza Molino Nuovo e io proposi di invitare Tita Carloni per parlarci della sua fontana, il cosiddetto Sombrero. A quel tempo, Tita era un simpatico vecchietto di 80 anni ancora pieno di vigore. Non c'erano microfoni e quindi per farsi sentire meglio, salì in piedi su una sedia e io gli stavo accanto, pronto a prenderlo al volo nel caso avesse perso l'equilibrio. Non lo perse.

Non ricordo tutti i protagonisti del suo racconto, ma il sunto è molto semplice: Tita era un giovane architetto praticamente senza lavoro, allora pensò di andare a bussare in Comune a Lugano dove conosceva qualcuno impiegato presso l'ufficio tecnico e gli chiese se non avesse un qualche lavoro da affidargli. Gli risposero che qualcosa poteva esserci, ma che sarebbe stato un lavoro piccolo e semplice. Si trattava di realizzare dei bagni pubblici e una fontanella a Molino Nuovo. Carloni interpretò il mandato con una visione più ampia ed ecco che da oltre 60 anni il suo Sombrero domina quella piazza. “Domina” è forse un parolone, perché nella realtà dei fatti la fontana è mortificata dalla presenza disordinata di posteggi e cassonetti della spazzatura su due lati e da una inutile colata di asfalto sul lato lungo via Trevano.

Ma d'altra parte Lugano è piuttosto esperta nella mortificazione delle fontane storiche, basti vedere quella di piazza Rezzonico circondata ancora oggi da un anacronistico parcheggio che squalifica una parte centrale del Lungolago e quella lì vicino, in piazza Manzoni, dove una volta c'erano i “Giardinetti” e dove ora non c'è più un solo filo d'erba. Se non si ha riguardo per i luoghi pubblici del Centro, non ci si può certo aspettare particolari attenzioni per quelli più periferici.

Alcuni anni dopo la realizzazione della fontana di Molino Nuovo, Tita Carloni diventa uno dei protagonisti del neocostituito Partito Socialista Autonomo. Per lui, sarà l'inizio del “Berufsverbot”: i socialisti non dovevano più ricevere mandati per lavori pubblici. È curioso, ma forse no, che con una mozione del 2017 sia stata proprio la Lega dei Ticinesi a proporre di eliminare la fontana di Carloni per realizzare al suo posto un parcheggio sotterraneo. Quasi a voler dire “Molino Nuova è nostra, non vogliamo presenze $inistre”. Certo, il parcheggio permetterebbe di fare ordine nel comparto, ma non giustifica l'eliminazione di quello che oggi è ormai un segno qualificante e storico del quartiere.

Dopo quella mozione, Il Municipio ha organizzato un concorso aperto a quattro team interdisciplinari. Di questi, solo un gruppo ha previsto il mantenimento della fontana, ma il Collegio di esperti lo ha praticamente scartato, preferendone uno che mantiene sì la presenza dell'acqua, ma non quella del Carloni. Il destino della fontana sembra segnato, ma credo che attorno a essa possa esserci una importante ed efficace mobilitazione popolare, appoggiata da esperti di pianificazione e di architettura, capace di difenderla con successo. Il Sombrero non va sacrificato, ma valorizzato!

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