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Abbi il coraggio di usare il tuo intelletto!

"Che fantastica invenzione la democrazia… e che fortuna ad averla!" La capacità di ragionare, di discutere, di creare problemi e prospettare soluzioni, di scegliere e revocare governanti, ci offre l’opportunità di ricordare il valore di essere liberi e di vivere in comunità.

"Colpevole è questa minoranza, quando la sua causa non stia nella mancanza d’intelletto, bensì nella mancanza di decisione e di coraggio nel servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Saper aude! Abbi il coraggio di usare il tuo intelletto!" (Immanuel Kant, 1784). Scusate se ho scomodato l’Illuminismo, ma credo nell’idea che in vista del 2 aprile e malgrado una campagna piuttosto povera di contenuti, dovremmo essere più attratti dagli spiragli di luce verso il futuro (non sempre sinonimo di progresso), che non spinti dalle ombre da cui fuggiamo, sotto lo slogan "non vado a votare, poiché tanto non cambia nulla". Gli antichi greci definivano chi non si occupava di politica con il nome di idiotes, che significa persona che non ha nulla da offrire agli altri, ossessionata dai piccoli problemi di casa sua e in fin dei conti dipendente da tutta la comunità. Ora ha assunto un altro significato, che non credo necessiti di spiegazioni. Il nostro obbligo morale, in quanto cittadini, è quindi quello di non essere idioti e di partecipare a queste elezioni con il voto, in linea con la celebre citazione di Ralph Nader: "Se non ti occupi di politica, la politica si occuperà di te", ma l’elettore attento potrebbe obiettare dicendo che è vero pure che la politica si occuperà di te anche se ti occupi di politica. Anzi, siamo solitamente abituati a osservare che la politica si occupa molto di più di chi si occupa di politica, che di chi non se ne occupa.

Nonostante un periodo storico estremamente difficile e precario sotto ogni punto di vista, l’obiettivo di andare a votare non è avere un’opinione pubblica definita, piuttosto un’opinione personale fondata e informata, segno distintivo della cittadina e del cittadino matura/o, vale a dire, di chi si schiera a favore di chi pensa e vota con la propria testa. Di chi ha capito che in una democrazia, tutti siamo politici e chi è stato o sarà eletto non è qualcuno venuto da un’altra galassia a romperci le scatole, ma semplicemente un nostro rappresentante, segno o specchio dei nostri tempi, al quale noi elettori abbiamo dato mandato di governare. Se non siamo stati contenti del suo operato, possiamo revocare il suo mandato e scegliere un altro candidato. Importante è mai perdere di vista che nessuno è nato per governare sempre e nessuno è nato per obbedire sempre. Ritengo, infatti, che uno dei grandi pericoli di quando si va a votare, sia quello che si configurino delle sorti di caste di "specialisti del comando". In Ticino, ne abbiamo in tutti i partiti, sia a livello comunale, sia a quello cantonale.

Alcuni di questi hanno fatto un po’ discutere e gettato sfiducia nelle istituzioni col risultato che alcuni governanti appaiono agli occhi dei cittadini come gli eterni candidati dei partiti per occupare i posti elettivi. Se questi sono al potere, è proprio grazie al disinteresse dei cittadini che abdicano all’esercizio della loro funzione politica e alla vigilanza su coloro che governano. È proprio grazie a chi non ha avuto il coraggio di apportare il cambiamento nelle urne, l’unico e più potente gesto rivoluzionario.

È importante però ribadire, che un politico in carica o un nuovo candidato (auspicabilmente giovane e impegnato al quotidiano nell’interesse pubblico), che svolge correttamente la sua funzione ed è sempre preparato sui dossier, è un autentico dono del cielo e dovrebbe essere ringraziato del suo servizio, della sua esperienza politica, della sua trasparenza e serietà. Un politico al servizio della gente, che sa stare tra e con la gente! Su ca. 1’000 candidati, io qualcuno l’ho trovato, ma sono sicuro che pure tu troverai quello o quella che cerchi.

Vai a votare e abbi il coraggio d’usare la tua intelligenza!

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