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Grandi predatori, molti interrogativi

Il 2022 è stato un anno tragico per quel che riguarda le predazioni. In Ticino si parla di almeno 300 capi sbranati da lupi oltre a un numero importante di bestie ferite e diverse decine di altri capi dispersi e mai ritrovati. Molti alpeggi sono stati scaricati anzitempo poiché c’erano pecore, agnelli, capre, capretti, alpaca, vitelli, giovenche, mucche e asini che non potevano essere protetti.

In Grigioni e in Vallese, in altri cantoni, la situazione è simile, nell’intera Svizzera al momento si contano più di 200 lupi, aumenti evidenziati pure dall’ex consigliera federale Sommaruga.

In un bollettino preoccupante e mai visto, l’anno appena concluso si è chiuso con notizie confortanti: la pubblicazione da parte del CF della revisione parziale dell’Ordinanza sulla caccia e l’approvazione da parte delle Camere federali della Revisione della Legge sulla Caccia – con la possibilità della caccia preventiva (pro-attiva) dei lupi. Non solo in Svizzera ma anche in Europa ci si sta muovendo, con una pressione generale sul tema. Ci sono però ancora resistenze ad abbassare la protezione del lupo.

Ritornando al Ticino, a suscitare preoccupazione e sdegno in larga parte dell’opinione pubblica è stato l’immobilismo del Consiglio di Stato e dei singoli Dipartimenti e Uffici cantonali, mai presenti in riunioni pubbliche: una mancanza di interesse rispetto al settore del primario e degli allevatori dei piccoli animali, duramente provati! Un atteggiamento incomprensibile, deplorevole e irritante e che denota mancanza di sensibilità, che il 26 aprile ha portato gli allevatori a scaricare davanti al Palazzo del Governo una ventina di carcasse di pecore predate nella mattinata a Pièdipiodi di Cerentino. È stata un’azione, sofferta, che ha sollevato l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media ticinesi, svizzeri e persino a livello europeo. Nelle ultime settimane, avvicinandosi la data delle votazioni cantonali, l’on. Zali ha cambiato modo di porsi: meglio tardi che mai, direi!

Negli ultimi mesi del 2022 non è passato giorno senza un allarme diramato dalla Sezione agricoltura, con predazioni e avvistamenti di lupi, suffragati a volte da filmati, anche nei pressi di zone abitate. Vi sono ora in atto degli ordini di abbattimento di alcuni esemplari ma poco si realizza nonostante le segnalazioni. Nessun cacciatore è stato autorizzato ad affiancare i guardiacaccia, che sembrano in numero non sufficiente e nel contempo stanchi e demotivati. Ma c’era stato il via libera da Sommaruga! Dunque, perché?

Nel 2023 i media hanno già parlato più volte del tema. Qualcuno sostiene che a fronte dei gravi problemi che si vivono a livello mondiale ed europeo, queste siano questioni marginali. Non credo che così sia, in ballo vi sono la sicurezza pubblica, gli interessi dei nostri allevatori (specialmente quelli di ovini e caprini), realtà da tutelare perché garantiscono la gestione di ampie aree del territorio di pianura e alpino e l’approvvigionamento di derrate alimentari assai ricercate.

Un articolo del Signor Kufahl di Grumo di Torre su laRegione sostiene che le nostre azioni per regolare la presenza del grande e feroce predatore diano il cattivo esempio ai giovani. Sottolineo invece come spesso, viste le premesse per nulla rosee e poco chiare, gli stessi rinuncino a riprendere le attività di famiglia. Ma se i giovani abbandonano il primario, non vi sarà futuro per il settore agricolo: la tematica interessa, eccome! Il 2023 sarà un anno cruciale per il futuro del settore, degli allevatori, degli alpeggi.

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