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Il ‘padre’ del Natel

(Ti-Press)

A metà gennaio ci ha lasciati l’ingegner Walter Heutschi, il padre del Natel e figura di spicco a livello internazionale nel settore della telecomunicazione mobile. Dopo la formazione come barbiere, ha proseguito gli studi alla scuola d’ingegneri di Burgdorf. Entrato alle dipendenze delle PTT nel settore telecomunicazioni si è occupato di telecomunicazione mobile, con una dirigenza aziendale convinta che si trattasse di una nicchia per utilizzatori professionali. Operando ben oltre il consenso dei superiori è diventato una figura di spicco a livello europeo nello sviluppo della telefonia mobile basata sulla tecnologia analogica: la terza versione, il Natel C, è entrata in funzione nel 1987. I primi modelli di telefono portatile pesavano circa 6 chilogrammi e costavano attorno a settemila franchi (comunque meno della metà del peso e del prezzo del Natel A).

Al potenziale delle telecomunicazioni mobili credevano poco anche altri dirigenti delle Telecomunicazioni europee e quindi non si arrivò a sviluppare uno standard unico per la tecnologia analogica: la scelta svizzera fu condivisa dagli scandinavi, gli altri Paesi seguirono un altra strada. Partendo dalla Svizzera verso il Nord, la comunicazione funzionava fino a una decina di chilometri oltre la frontiera, poi riprendeva a funzionare quando si arrivava in Danimarca…

Compresa la lezione, lo sviluppo della telefonia mobile con tecnologia digitale fu concordata fra i pionieri a livello mondiale e nacque lo standard GSM (Global system for mobile communication). Walter Heutschi realizzò una rete di dimostrazione per la grande esposizione delle telecomunicazioni di Ginevra nel 1991. La rete nazionale iniziò a funzionare due anni dopo e indicata come Natel D.

Data la mobilità internazionale degli utenti, per permettere di utilizzare le reti dei diversi Paesi occorrevano gli accordi fra operatori di rete (Roaming) e un sistema per gestire i dati relativi alle comunicazioni.
A questo fine Walter Heutschi creò all’interno delle PTT (ribattezzate poi Swisscom) la Comfone, specializzata nella stipulazione di accordi fra operatori e nella gestione di una piattaforma al servizio delle aziende di telecomunicazione straniere.
Comfone forniva agli operatori le informazioni sulle comunicazioni per permettere loro di fatturare le spese agli utenti; ma offriva anche agli operatori la gestione del flusso finanziario che nasceva dalla ripartizione tra loro dei costi pagati dagli utenti (operazione di clearing finanziario).
Si trattava di un’operazione tecnicamente impegnativa ma senza visibilità pubblica.

Il 16 dicembre 1999, con il cambio di direttore della Swisscom, Walter Heutschi ha dovuto lasciare l’azienda, ottenendo come liquidazione la Comfone a condizioni favorevoli. Con due altri collaboratori e comproprietari ha fatto di Comfone una delle più importanti aziende del settore a livello internazionale, con sedi in ogni continente, più di 600 clienti (operatori di telecomunicazione) e ha lasciato al figlio e ai due figli di uno dei soci la continuazione della singolare impresa "famigliare".

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