TRIBUNA LIBERA

Corruzione di Stato

Il Qatargate è solo la punta di un iceberg: l’uso del denaro come leva di influenza accomuna parecchie dittature, dalla Cina a quelle arabe

In sintesi:
  • Ciò che spaventa è piuttosto lo scopo di queste corruzioni
  • Anche certe imprese svizzere fanno pressione all’estero
(Ti-Press)

Qatargate. Che bel colpo. È bastata una sola retata di polizia per mettere alla gogna qualche parlamentare socialdemocratico, alcune Ong e il Parlamento europeo. In totale, bustarelle per 1,5 milioni di euro. Che occasione succulenta per criticare il lobbismo nel Parlamento dell’Unione europea, proprio negli stessi giorni in cui, a Berna, il Consiglio degli Stati ha respinto l’iniziativa che avrebbe proibito ai parlamentari svizzeri di accettare mandati remunerati da parte di imprese che potessero essere direttamente coinvolte nella modifica di leggi elaborate nelle commissioni parlamentari di cui sono partecipi. Nello stesso tempo, Transparency international (Ti) accusa la giustizia svizzera per avere condannato solamente dieci imprese svizzere per corruzione dei funzionari stranieri, da quando è entrata in vigore la punibilità delle imprese, nel 2003. Una condanna ogni due anni.

In realtà, Transparency international ha mancato il bersaglio: critica la repressione, senza però occuparsi della prevenzione. La corruzione di funzionari stranieri da parte di imprese svizzere continua a svilupparsi, come dimostra l’elenco nel volume intitolato "Die Schatzkammer der Diktatoren" di Balz Bruppacher. Spiegazione: i miliardi corruttori continuano a transitare attraverso conti di banche che non applicano sufficientemente la regola antiriciclaggio, che impone la verifica speciale delle transazioni effettuate da parte di persone politicamente esposte o da parte di persone che sono loro vicine. La lava di denaro delle organizzazioni petrolifere statali (Petrobras, Pedevesa) o dei fondi sovrani (Malesia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita) fa apparire questi parlamentari europei corrotti come gli straccioni della corruzione: solamente biglietti di banca di piccolo taglio, nascosti nelle valigie.

Ciò che spaventa è piuttosto lo scopo di queste corruzioni: il Marocco, per sabotare le iniziative che lo avrebbero condannato per violazioni dei diritti umani nel Sahara Occidentale; il Qatar, per ritrovare la verginità perduta a causa delle centinaia di morti fra gli operai del Bangladesh impiegati nella costruzione delle nuove meraviglie dei Paesi arabi, alla conquista di una nuova visibilità geopolitica. Corruzione di Stato per nascondere le violazioni dei Diritti Umani.

Anche i mezzi utilizzati fanno paura: infiltrare le organizzazioni internazionali, allo scopo di piegarle alle strategie delle dittature. Capolavoro del Partito Comunista Cinese: quando è riuscito a guadagnare il supporto di una trentina di repubbliche islamiche per contrastare la condanna da parte dei Paesi occidentali del genocidio delle minoranze etniche e religiose in Tibet e nello Xinjiang. (Domanda umanitaria per il Municipio di Bellinzona: ne avete parlato all’Ambasciatore cinese quando lo avete ricevuto a Palazzo Civico, giovedì scorso, nell’idillio della "reciproca conoscenza"?).

L’Union Minière in Congo e le Compagnie delle Indie inglesi e olandesi mandavano le cannoniere. Il Partito Comunista Cinese, che programma a lunga scadenza, ha inventato un’arma di penetrazione economica, politica e militare molto più insidiosa ed efficace: la Via della Seta. One belt, One road, inaugurata in maggio 2017, dopo che il World Economic Forum di Davos in gennaio 2017 si era offerto per le prove generali. Vi aveva poi contribuito anche il Consiglio federale, srotolando tappeti rossi ad Andermatt, il 5 settembre 2019, per un sontuoso convegno di promozione della Via della Seta da parte del Presidente della Confederazione, della Consigliera nazionale socialista Margarita Kiener Nellen, alla presenza di 200 magnati dell’economia svizzera, compreso Sergio Ermotti, allora nella sua qualità di Ceo di Ubs.

La corruzione di Stato utilizza le star: Cristiano Ronaldo incasserà più di 400 milioni di euro, di cui la metà per promuovere la candidatura dell’Arabia Saudita per i Mondiali del 2030. Una vetrina necessaria per far dimenticare i massacri in Yemen, come pure il sistema repressivo del Reame per soffocare ogni opposizione politica. Scintilla di speranza: l’International Corruption Day del 9 dicembre 2023 riuscirà a contrastare la corruzione di Stato?

Questo articolo è comparso in francese sulla Tribune de Genève

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