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Parco Val Calanca: io voto sì

Ho creduto con convinzione a una possibile aggregazione tra i Comuni di Baseno, Castaneda e Santa Maria per far fronte alle esigenze sempre più difficili da gestire per piccole entità comunali. L’aggregazione però deve tener conto delle caratteristiche storico-geografiche e culturali di un territorio alpino che non può, e non vuole, essere fagocitato dal territorio urbano. Pensavo fosse possibile, ma mi sono dovuto ricredere notando lo scetticismo di molte e molti cittadini, osservando come nascessero posizioni a dir poco contrastanti: o tutta la valle o niente; o con Grono ma mai con la Calanca interna... Non resta che prendere atto delle forti opposizioni a qualsivoglia progetto di aggregazione.

Per salvare capra e cavoli ecco però il Parco Val Calanca. Occasione unica per il futuro della valle: il minimo investimento che si assumono i Comuni porta a benefici decuplicati. Per esemplificare: se i "mezzi propri", comprese le prestazioni proprie, ammontano a 110’000 fr. per il 2024 (inclusi i 45’000 fr. di contributi finanziari dei Comuni) e aumentano a 200’000 fr. a partire dal 2025 genereranno un budget di circa 1,3 mio di fr. Ma il bello del progetto è che assicura a molti cittadini la tanto agognata autonomia comunale mettendo però a disposizione capitali e personale qualificato per realizzare progetti richiesti dalla popolazione stessa. Per esempio, il settore agricolo, messo duramente sotto pressione per problemi burocratici crescenti e per pericoli imminenti (grandi predatori), necessita di risorse in grado di sbrigare le questioni burocratiche, permettendo ai contadini di fare i contadini, e di aiuti sia finanziari che materiali per la protezione dai grandi predatori o per il recupero di pascoli e prati. Ebbene il Parco può assumersi, almeno in parte, queste incombenze. Oppure il Parco può essere (come già è) l’ente organizzatore di trekking, di manifestazioni, di promozione di un turismo rispettoso della natura, di sostegno ad iniziative di valorizzazione dei prodotti locali: da quelli agricoli a quelli artigianali, proponendo un marchio che certifica l’autenticità del prodotto. Ecco allora che il Parco Val Calanca diventa una sorta di collante e questo è sicuramente uno degli aspetti più importanti del progetto: mettere in comunicazione i Comuni, le categorie professionali, gli enti, i cittadini. Il Parco certificherà definitivamente che la nostra è una regione di montagna con una sua storia e una sua cultura, con esigenze proprie e diverse dalla realtà urbana. Il Parco permetterà di capire che il nostro orticello è come quello degli altri Comuni della Calanca. Qualcuno vede il Parco come un ente che limita le possibilità di riattazione, di trasformazioni d’uso, di progetti di riqualifica territoriale. Il Parco non può legiferare: quindi con o senza Parco le leggi in vigore rimangono tali. Piuttosto il Parco potrebbe essere voce molto più autorevole e ascoltata rispetto al reclamo dei singoli, il Parco può raccogliere le esigenze, le preoccupazioni e i progetti che nascono dalla collaborazione tra Comuni o tra categorie economiche e pubblicizzarli o aiutare a realizzarli come sostegno economico, logistico e organizzativo. I progetti targati Parco hanno sicuramente maggiori probabilità di successo rispetto a quelli individuali o parziali, non fosse che per le possibilità finanziarie, di competenza e di accompagnamento che il Parco può mettere in gioco. Questa è un’opportunità unica: si crea una struttura che diventa ricettore, veicolo, organizzatore di progetti ed eventi senza creare nuove leggi e senza intaccare l’autonomia comunale e soprattutto un ente al servizio delle idee della gente. In definitiva non c’è di meglio per lo scetticismo di molti calanchini: mantenere l’autonomia comunale ma avere una struttura che realizza ciò che i singoli (Comuni, categorie, aziende) non hanno i mezzi per realizzare. Il 29 gennaio votare sì significa pianificare uno sviluppo armonioso del nostro territorio. Votare sì significa cogliere l’unica occasione per assicurare un futuro alla valle.

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