I dibattiti

Il poliziotto buono e quello cattivo

In febbraio è partita una vera e propria offensiva contro la PolCom di Locarno. Malgrado l’ordine di tenere le bocche cucite, la cronaca dei mesi scorsi è stata fitta: inchieste amministrative esterne per atti di esibizionismo e molestie verbali; procedura di licenziamento; audit a tutto campo esterno dopo segnalazione anonima; convocazione del Corpo da parte del Municipio; rimpasto dei dicasteri con il conferimento a Zanchi del dicastero che aveva chiesto nella seduta costitutiva nell’aprile 2021; intervento della Procura in merito all’uso di stupefacenti su altra segnalazione anonima; infine presa di posizione di alcuni agenti che si sentono presi in giro dal Municipio.
Che dietro a tutto questo circo ci sia un "plotone di esecuzione politico" (per usare un’espressione utilizzata da laRegione) si presume anche dal fatto che il Municipio attivando collaborazioni esterne si accolla spese importanti prima ancora di aver condotto gli accertamenti utilizzando le proprie forze.
Malgrado tutto questo circo, la cittadinanza, i quartieri e i Comuni convenzionati lodano agenti e comando.
Molto diverso l’atteggiamento invece durante la precedente conduzione (2010-2017) dove i giornali riportavano importanti criticità di funzionamento della polizia. Per citare qualche esempio: comunicati stampa in dispregio delle più elementari regole di riserbo riguardo ai minori; la condanna in Appello di due agenti per fatti gravi (abuso di autorità, sequestro di persona, violazione di domicilio, vie di fatto, ingiuria); la nomina di un agente pregiudicato senza informare il Municipio.
Contrariamente a oggi, allora le notizie di reiterati comportamenti inutilmente intimidatori di una parte degli agenti della PolCom erano moneta corrente.
Vi sono altri fatti meno noti, ma pure loro di interesse pubblico. Poteva succedere che la PolCom mettesse in opera vere e proprie operazioni di camuffamento con lo scopo di intralciare la giustizia. Anche qui per citare solo un esempio riguardo alla segnalazione di due cittadini che avevano subito vie di fatto e lesioni in centrale. Naturalmente la telecamera nel locale della centrale era fuori funzione e un agente problematico coinvolto nell’operazione era stato derubricato dal verbale. Il Municipio aveva richiesto delucidazioni, ma non le aveva ottenute nemmeno dopo due risoluzioni di sollecito. C’è in effetti tutto un capitolo delle richieste municipali inevase. Per fare un paio di ulteriori esempi di ordini rimasti inevasi: La più volte sollecitata trasmissione ai servizi sociali delle statistiche relative ai minori; La richiesta di dare risposta a una vittima della PolCom, pure essa reiterata più volte; Rifiuti d’ordine davanti all’autorità esecutiva che infrangono le regole di funzionamento del Comune.

Stando all’attuale susseguirsi frenetico di decisioni municipali riguardo alla PolCom, si direbbe che manchi il ricordo della situazione di solo pochi anni fa: maniere forti generalizzate che sconfinavano talvolta nelle infrazioni penali, infrazioni amministrative gravi e dai più tollerate.
Probabilmente i municipali che non hanno vissuto quel periodo (Lunghi, Pini, Zanchi e parzialmente Buzzini) non sono stati adeguatamente informati. Un minimo di conoscenza del passato recente rende consapevoli di come sia facile smarrire i veri obiettivi della Polizia comunale di prossimità e permette di capire come possa essere complesso ripristinarli. Informazioni utili anche per non cadere nel ridicolo facendo inconsapevolmente il gioco di chi vuole restaurare il vecchio regime alimentando il variegato plotone di esecuzione politico che sicuramente non è mosso da valori nobili.

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