I dibattiti

Malina Suliman e le Avanguardie

Il curatore dell’esposizione dell’artista di origine afghana a Casa Rusca risponde a Giulia Maria Beretta

Rodolfo Huber
(Ti-Press)
1 giugno 2022
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In un contributo dal titolo ‘Avanguardie cullate e culle delle avanguardie’ (La Regione 28.5.2022) Giulia Maria Beretta dapprima cita una futura esposizione al Kunsthaus di Basilea, descrive la 59 Biennale di Venezia e poi commenta le mostre nei musei di Locarno. Non entro nella polemica contro la capodicastero Cultura e socialità di Locarno. In effetti l’articolo è un riuscito esempio di strumentalizzazione politica della cultura, pericolo da cui l’autrice pretende sorniona di mettere in guardia. Mi concentro sull’esposizione di Malina Suliman a Casa Rusca.

È vero, a Locarno si è dibattuto sul divieto dei burka, ma non tutto è stato detto. La discussione si è svolta in un contesto in cui questo indumento, fatte rarissime eccezioni, non si è mai visto. Si sono investite energie politiche spropositate per una questione che non si poneva, trasferendo l’attenzione dai problemi reali verso temi fasulli (preciso: fasulli a Locarno, serissimi altrove). Proprio perché ha vissuto le persecuzioni di persona il discorso di Suliman ha un altro spessore. L’intervento artistico si estende al turbante visto come simbolo di prevaricazione maschile. Appiattire, come fa Beretta, l’opera di Malina Suliman (nata e cresciuta in Afghanistan, profuga nei Paesi Bassi) sulle nostre provinciali diatribe è miope impermeabilità verso quanto succede nel mondo (riconquista talebana di Kabul nell’agosto del 2021). Beretta critica un’installazione audio in cui l’artista confronta i sogni di un afghano e quelli di un europeo perché riporta luoghi comuni. Suliman ha raccolto i sogni con interviste in strada: è inevitabile (ed è voluto) che siano farciti di luoghi comuni. L’opera concettuale sottolinea lo stereotipo, il senso di vacuo che dal sovrapporsi dei suoni scaturisce, senza riferimenti alla cultura "ancestrale" evocata da Beretta. Suliman viene dagli ambienti urbani dell’Afghanistan, imbevuti di modelli occidentali in costante contrapposizione con la tradizione misogina: perché mai dovrebbe proporre un’immagine del Paese che rispecchia le convinzioni dell’autonominata esperta, che si ispira a una cartolina ancestrale e non vede la critica dell’artista agli Usa e all’Europa?

L’analisi di Beretta è superficiale. Degna di nota la sicumera con cui pontifica su come una giovane donna afghana dovrebbe presentare la cultura del suo Paese d’origine. L’autrice avrebbe voluto che il curatore forzi la mano all’artista per spingerla a dialogare con la condizione femminile e le origini rurali del nostro cantone. Questo è un approccio neocoloniale e campanilista. Il tema dell’esposizione è importante anche senza riferimenti a Locarno, che non è l’ombelico del mondo. Peraltro, la mostra di Malina Suliman non ha nulla a che vedere con le Avanguardie e il Monte Verità. La forza delle Avanguardie e del Monte Verità sta nel fatto che il loro discorso non si è mai totalmente amalgamato con la cultura locale; interessanti sono gli elementi innovati ed estranei alla tradizione iperbolica del Ticino. Per questo, io penso, il futuro della cultura del Locarnese non sta in una ribollita di Hugo Ball, Hans Arp, Hans Richter, Marianne von Werefkin ecc. Ho molto rispetto e grande ammirazione per il passato artistico del Locarnese. Ma non credo che si possa valorizzare il prezioso lascito del XX secolo mettendolo in forzata antitesi a proposte estranee a questo filone: farlo è autoreferenziale, è cullarsi nella nostalgia, è cadere in un torpore senza risveglio.

Accostare Malina Suliman a Banksy e dire che produce opere "di rapido consumo" è affermazione campata in aria che ignora le dinamiche più elementari della diffusione dell’arte, del mercato e del sistema che soggiace alle esposizioni nei musei. Le opere di Malina Suliman sono "acerbe"? La grande varietà di tecniche impiegate nell’allestimento a Casa Rusca è una sfida per una giovane artista poco più che trentenne. Convengo che non tutto è perfettamente maturo, ma vi ho visto del potenziale artistico e una serietà d’intenti meritevoli d’attenzione.

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