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Al lupo al lupo, al fucile!

(Ti-Press)

Fa sempre dispiacere apprendere della morte di ovini nel nostro territorio, con tre casi diversi nell’ultimo mese ed è anche comprensibile la manifestazione arrivata in piazza Governo. Le rivendicazioni da parte degli allevatori dovrebbero però essere focalizzate non tanto sull’uso del fucile come mezzo preventivo ma sullo stanziamento di mezzi per attuare concretamente la protezione greggi, nonché sul marketing. Siamo tutti concordi che i prodotti provenienti dalla filiera casearia ovina ticinese siano apprezzati e che la popolazione ticinese possa aiutare concretamente questo settore acquistando maggiormente i loro prodotti, che sono più sostenibili e praticamente a chilometro zero.

Tutte le parti, inclusi i contadini svizzeri, hanno riconosciuto che la presenza del lupo è un indicatore di buona salute della biodiversità, sia dal punto di vista della fauna, ad esempio per l’abbondanza, la salute e la distribuzione degli ungulati, sia per la fauna, ad esempio per la salute migliore dei boschi in particolare per la ricrescita della foresta che ha un ruolo essenziale di protezione delle zone edificate di montagna.

I tre recenti casi, come anche dichiarato dall’Ucp, hanno mostrato due fatti essenziali: il primo che la protezione greggi deve essere fatta bene e non serve a nulla allestire recinzioni se poi non si elettrificano e non sono complete, mentre il secondo è che gli individui che hanno commesso i fatti erano prevenienti da incursioni verosimilmente dall’Italia, fatto che evidenzia quanto una strategia basata sul fucile non faccia altro che spostare di qualche mese i problemi, poiché morto un lupo ne arriva un altro. Vi è da dire che il Cantone Ticino ha fatto un gesto nobile rimborsando tutti gli allevatori anche nei casi in cui non vi erano misure di protezione greggi.

È perciò ora particolarmente urgente e importante che siano stanziati mezzi a sufficienza per poter affrontare la nuova stagione per avere una migliore protezione delle greggi, ma deve altresì essere ricordato che i primi esemplari di lupo sono arrivati in Svizzera, in modo del tutto naturale, circa vent’anni fa. Purtroppo, questo semplice fatto non è stato affrontato seriamente se ci troviamo oggigiorno con la maggior parte delle greggi svizzere non protette. La popolazione ovina che d’estate sale sugli alpeggi è di ca. 200’000 capi e solo 30’000 risultano protette (sito protezione greggi Ch).

Per questi motivi le richieste degli allevatori e dei loro rappresentanti devono essere focalizzate sul finanziamento di tutta una serie di misure di protezione greggi che possano attenuare la pericolosità del lupo ma senza attuare gli abbattimenti.

Meglio la politica della prevenzione con protezione greggi e della promozione dei prodotti piuttosto che la politica del fucile!

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