I dibattiti

Piazza del Ponte, a tre anni dal voto il nulla

La volontà popolare espressa nel 2018 è chiara. Ma sin qui non si è indetto neanche il concorso di progettazione

Luca Maghetti (Ti-Press)

In molti a Mendrisio si staranno chiedendo, da parecchio tempo, che destino avrà un giorno la piazza del Ponte, dopo la demolizione dell’ex Jelmoli e la sua sistemazione molto provvisoria. Da parte del Municipio non si sente più niente dalla votazione sul nuovo Piano regolatore, vale a dire dal 25 settembre 2018. In particolare non è ancora stato avviato il concorso di progettazione per la piazza definitiva, come detto, sistemata solo sommariamente. Intanto, gli anni passano inesorabili, con una situazione oggettivamente insoddisfacente: una pavimentazione degna al massimo di un parcheggio di un supermercato, precari porta-fiori formati da palette di legno, che senz’altro fanno una ben magra figura nel contesto comunque pregiato della piazza e, ancora, una povera fontanella e una discutibile struttura plastica verde pisello. Il tutto in totale assenza di un inserimento di questo prezioso spazio nella zona circostante di sicuro valore storico e culturale, come già opportunamente rilevato dai servizi cantonali competenti. Anche il rimpasto di dicasteri, con il cambio di municipale, non sembra aver dato impulso all’iter del concorso che vede, ovviamente, coinvolto anche l’Ufficio tecnico.

In realtà non ci vorrebbe molto: basterebbe indire dapprima, come promesso tre anni fa, un concorso di idee e poi arrivare al vero e proprio concorso di progettazione. In altre parole si tratta di mettere al lavoro gli architetti, avviando finalmente, senza se né ma, questa fase essenziale per portare avanti un progetto centrale, in molti sensi, per tutta Mendrisio, quindi non solo per il Borgo. Il tutto dovrebbe finalmente essere associato a una moderazione del traffico su via Lavizzari, decisa dal Consiglio comunale almeno nove anni fa. Maggiore concretezza e puntualità da parte del Municipio attuale non guasterebbe certo.

Premessa indispensabile è però che lo stesso non si perda in discussioni che guardano troppo a un futuro lontano e che si rispetti la chiara volontà popolare espressa nel lontano 2018.

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