I dibattiti

Bassa Leventina, solo l’aggregazione può creare basi solide

Sarà garanzia di operatività ed efficacia nella realizzazione dei progetti destinati allo sviluppo regionale: l’unione fa la forza

Giovanni Bardelli (Ti-Press)

Da convinto fautore del cambiamento, favorevole all’aggregazione nella Bassa Leventina, osservo come negli ultimi anni i quattro Comuni di Bodio, Giornico, Personico e Pollegio abbiano instaurato un ottimo clima di collaborazione, volto evidentemente alla ricerca di maggior attrattiva e benessere per chi vi risiede, ma anche e in special modo per chi non trovando occupazione si vede costretto a stabilirsi altrove. Pensiamo ad esempio ai passi compiuti nella rivendicazione per l’insediamento delle officine Ffs nella ex Monteforno, all’iniziativa per la realizzazione di un’area di sosta entro il perimetro del costruendo svincolo autostradale, alla pianificazione comune dell’area industriale. Sicuramente un bell’esempio d’intesa, ma non basta!

Per positivo che possa essere l’accordo di unire le forze per il bene comune, il vincolo rimane fragile e soggetto a facili capovolgimenti ‘di campanile’ a seconda degli umori dei quattro esecutivi e legislativi, che possono avere interessi divergenti ed effetti negativi su accordi costruiti con impegno e fatica. Se la concordanza su oggetti d’interesse comune è un primo incoraggiante passo di un’unità d’intenti, solamente un atto formale come l’aggregazione può creare basi solide per una garanzia di operatività e di efficacia nella realizzazione di quei progetti destinati allo sviluppo della bassa valle. Questo sarà possibile, in particolar modo, grazie alla maggior disponibilità di persone e di competenze nell’intero comprensorio, che permetterà una migliore gestione della cosa pubblica, pur con tutti i limiti dettati da altri fattori, finanze in primis.

L’attuale proposta di aggregazione è nata, o meglio risorta, pochi anni orsono (2017/18) sulle ceneri di un precedente tentativo, in più versioni, ben più attempato, risalente agli anni 2000. Intento che tuttavia non ha mai dato l’impressione di voler essere portato a termine. Lo studio attuale propone organizzazione, progetti e investimenti sostenibili: sarà la nuova, unica amministrazione a deciderne tempi e priorità di realizzazione. L’auspicio è che questa aggregazione vada in porto: chi teme malfunzionamenti, disservizi e maggiori oneri dovrebbe riflettere su ciò che erano i nostri Comuni in tempi fortunatamente passati: povertà, ristrettezze e tanta fatica, mirate a creare quel benessere di cui ora noi beneficiamo.

Rifiutare di proseguire nella ricerca di sviluppo, di migliori condizioni di vita, vorrebbe dire abdicare dalle nostre responsabilità di cittadini verso le generazioni future. Ci uniscono identità, tradizione e cultura, valori comuni, nostri. Stiamo purtroppo perdendo il ritmo: lo spopolamento, l’esodo delle giovani generazioni, la mancanza di attrattiva, di occasioni di lavoro, di residenza, di qualità di vita, stanno diventando le nostre debolezze. L’unione dà consistenza, forza contrattuale, la condivisione è basilare in ogni società, fattori paganti anche a costo di qualche rinuncia o sacrificio, finalizzati comunque e sempre al bene comune.

Mai come ora si può affermare che l’unione fa la forza!

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