I dibattiti

La delusione di essere svizzeri

(Ti-Press)

In questi tempi grami, la lentezza nell’erogazione degli aiuti ai lavoratori indipendenti ha intaccato la fiducia anche dei tanti, tantissimi, che fino ad oggi avevano avuto il mito della Svizzera e questo non inteso come squadra di calcio, quanto piuttosto come macchina ritenuta pressoché perfetta nel mantenere benessere e sicurezza ai propri cittadini. Ebbene questa seconda ondata della pandemia ha per contro dimostrato che la Svizzera, sconfessando la famosa affermazione di Dürrenmatt, fa ora parte della storia, a tutti gli effetti. L'altro giorno in Leventina ho incontrato un mio amico ristoratore, lavoratore indipendente. Avendo già sentito storie, per me incredibili, di ritardi, letteralmente biblici, nell’erogazione degli aiuti Covid, mi sono fatto spiegare la sua situazione: attualmente egli percepisce 24 Fr. al giorno di indennità, precisando comunque che gli ultimi soldi che ha ricevuto riguardano il mese di dicembre 2020. Questo mio amico, patriota di centro-destra, si chiede continuamente, incredulo quasi si trattasse di un brutto sogno, se questa è davvero la Svizzera in cui è cresciuto ed ora sta invecchiando. Come non dargli ragione. Effettivamente il Governo federale e l'Amministrazione cantonale, di cui è responsabile il Consiglio di Stato, stanno dando sul tema degli aiuti agli indipendenti, una pessima immagine di sé, con una farraginosità nell'emanare ed applicare normative del tutto incompatibili con la necessità di aiuti concreti e rapidi a chi soffre di chiusure forzate. In altre parole, per restare al nostro Cantone, gli Uffici preposti, lo si  ripete sotto diretta responsabilità istituzionale del Consiglio di Stato, non fanno abbastanza per rimediare all'inaccettabile ritardo accumulato, sia fornendo mezzi personali ed informatici adeguati, sia applicando le direttive di Berna in maniera il più possibile sensata, anche a costo di qualche screzio con l'Amministrazione federale. In fondo non vedo perché avere contrasti con Berna solo per i rustici o altre questioni meno importanti. Ai poveri lavoratori indipendenti andrebbero peraltro versati anche interessi di ritardo adeguati e ciò per compensare, almeno in parte , gli incredibili disagi in cui essi si trovano, con debiti su debiti, spesso anche con lo Stato e con la famelica AVS, la quale, il giorno dopo la scadenza delle proprie fatture, si incassa voracemente il 5% di interessi di ritardo (meglio che investire in borsa!).
Insomma si deve purtroppo amaramente costatare che non si è fatto, ma per niente, tutto quanto necessario per questi poveri lavoratori e ciò è inaccettabile. Oltre alla parità di genere la politica, sia di sinistra che di destra, dovrebbe interessarsi anche alla parità dei lavoratori!

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