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Il coraggio di sperimentare i 30 km/h

Quanti di voi si ricordano come si è arrivati a mettere il limite di 30 km/h sul lungolago di Lugano? Correva l’estate del 2020 (durante la pandemia) quando il Municipio ebbe l'idea di sperimentare per due mesi (luglio e agosto) i 30 km/h sul lungolago. Questa sperimentazione continuò e divenne verso la fine dello stesso anno una scelta definitiva.
Prima di questa inaspettata mossa del Municipio avevo chiesto ad un’autorevolissima persona perché non far diventare il lungolago una Zona 30 e la sua risposta fu che sarebbe costato milioni, un sacco di soldi pubblici spesi per studi di fattibilità, modifiche stradali, pubblicazioni varie ecc. Una risposta che mai dimenticherò e che mi lasciò basito.
Essendo aperto sostenitore della mobilità lenta accolsi quindi con grande entusiasmo la decisione del Municipio del 2020 di introdurre i 30 km/h sul lungolago (che non è la stessa cosa di una Zona 30). Ritengo infatti che – soprattutto per i ciclisti – questa misura abbia contribuito a rendere la circolazione più sicura.
Recentemente un’altra sperimentazione (durata ben otto anni) ha avuto finalmente un esito positivo dopo l’ennesima sollecitazione del Centro: il semaforo provvisorio davanti a Palazzo Civico verrà tolto, ma rimarrà l’attraversamento pedonale. Un’ottima seppur tardiva decisione.
Sempre durante la pandemia (anche assecondando diverse richieste del Centro) si è deciso di prolungare le domeniche senz’auto sul lungolago. A mio avviso questo bellissimo spazio dovrebbe essere sempre chiuso la domenica al traffico veicolare.
Sono tutte misure che vanno nel senso di rendere più vivibile il centro cittadino, spesso intasato dal traffico veicolare.
A mio avviso il Municipio dovrebbe avere il coraggio di sperimentare i 30 km/h anche in altre zone della città molto frequentate da pedoni e ciclisti: come via Pretorio, viale Cattaneo, via Pioda, via Emilio Bossi, Corso Elvezia e Corso Pestalozzi. La riduzione della velocità avrebbe come ulteriore beneficio una riduzione dei rumori.
Sperimentando delle piccole (l’estensione dei 30 km/h non deve essere generalizzata) ma coraggiose misure e favorendo di conseguenza la mobilità lenta a Lugano, la vivibilità del centro cittadino ne risentirebbe positivamente a beneficio di tutti, giovani, anziani, turisti e commercianti. Gli esperimenti (da iniziare idealmente in estate quando il traffico è ridotto) lo dimostrerebbero: ma bisogna avere il coraggio e la volontà di farli. In attesa che vedano la luce i maxiprogetti di rifacimento del lungolago, per i quali, ne sono certo, ci vorranno ancora dei decenni di attesa.

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