laR+ ELEZIONI FEDERALI '23

Pensare grandi opere per progredire insieme

Qualche giorno fa, la Svizzera ha festeggiato un compleanno infelice e, ovviamente, non sto parlando di quello della Costituzione federale. Un giorno di settembre, esattamente trent’anni fa, venivano infatti avviate le prime trivellazioni per la galleria ferroviaria di base del San Gottardo.
L’infelicità evidentemente non riguarda l’opera, ma il confronto fra lo spirito di allora e la situazione di oggi, con una politica dei trasporti in Svizzera alla quale manca ogni visione a lungo termine.

Pensate a cosa significa dare avvio a un cantiere che darà i suoi frutti solo dopo ben 23 anni. È uno sforzo multigenerazionale, possibile solo per un Paese capace di pensare in grande.

Se guardiamo a quel passato con gli occhi di oggi, è inevitabile chiedersi quali sono le opere ambiziose di oggi, che saranno inaugurate dai nostri figli. Purtroppo, l’impressione è che al momento non ce ne siano, ma il motivo, di sicuro, non è che «siamo già a posto così».

Restando al mondo dei trasporti: le ultime settimane hanno messo in mostra tutta la nostra vulnerabilità. Due eventi al San Gottardo hanno messo in crisi la nostra rete ferroviaria e stradale, e quindi l'intero sistema. La lezione: se ci sono problemi, non abbiamo margini di sicurezza.

Il Ticino, però, sarà sempre una terra di transito essenziale per muoversi da Nord a Sud e viceversa. Bisogna quindi superare l’attuale approccio passivo a questi flussi di merci e persone, investendo per allinearci ai bisogni del tempo presente e anticipare quelli del futuro.

Da questo punto di vista, il mancato prolungamento di AlpTransit è una vera ferita aperta, e non solo per il Ticino. È una questione che va risolta al più presto, per il bene di tutta la Svizzera. La politica federale, però, in questi anni non si è dimostrata capace di pensare così in grande: mentre il Paese avrebbe bisogno di visioni ambiziose e lungimiranti, gli vengono serviti solo piccoli assaggi di un futuro in tono minore.

Per una mobilità all’altezza della Svizzera occorre un approccio più pragmatico, che non metta in concorrenza strada e ferrovia. Il Ticino dovrà fare la sua parte mostrandosi compatto nel chiedere che vengano realizzate senza ulteriore ritardo le infrastrutture che attendiamo da troppo tempo. È una missione strategica, dalla quale dipende il nostro futuro, e sarà una delle priorità per la nostra futura Deputazione alle Camere federali.

È ora di cambiare. È ora di avere il coraggio per lanciare le riforme di cui il nostro Paese ha urgente bisogno, non solo nel settore dei trasporti. Serve la forza di sognare progetti per mantenere la nostra Svizzera forte anche nei decenni a venire. Progetti da consegnare con orgoglio alle generazioni future, perché questo è quello che ci renderà dei buoni antenati.

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