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Calo demografico? Una soluzione c’è!

(Bianca De Luca)

Il Continente europeo e l’Occidente vanno incontro a un drammatico inverno demografico. La Svizzera non fa eccezione. Da tempo se ne percepiscono le avvisaglie: si acuisce la carenza di manodopera. I “baby boomer” vanno in pensione ma rimpiazzarli sarà un problema, causa la bassa natalità. Gli esperti si chinano su numeri, statistiche e proiezioni alla ricerca di soluzioni. Attingiamo alla manodopera dai Paesi europei, come abbiamo fatto finora? No, anche loro sono alle prese con le culle vuote. La reclutiamo dai Paesi extraeuropei? Tra le masse di profughi? Forse, ma a costo di seri problemi di ordine sociale, culturale, formativo e professionale, con oneri gravosi e molte incognite.
Vedo un’altra via per risolvere la crisi demografica: mettiamo la famiglia, cellula della società, al centro dei nostri sforzi politici, finanziari, educativi e sociali con ogni ragionevole mezzo a sostegno delle giovani famiglie.
Urge una rinnovata presa di coscienza per l’affermarsi di una cultura della famiglia in tutti gli ambiti sociali, compresa la scuola. I bambini tornino a respirare un clima pedagogico che mostri loro la bellezza e la naturalezza della prospettiva di diventare un giorno madri e padri.
Sorprende il fatto che le discussioni attorno alla crisi demografica ignorino sistematicamente la realtà oggettiva dell’alto numero di aborti. Escludiamo pure la questione etica-morale, guardiamo i numeri oggettivi: in Svizzera, ogni anno vengono registrati circa 11’000 aborti, in Ticino 300. Questi numeri evidenziano un notevole potenziale demografico. Se le forze politiche, culturali e sociali del nostro Paese collaborassero a formare una cultura favorevole alla famiglia, parte di questo potenziale demografico si tradurrebbe in crescita demografica. I giovani opterebbero di più per la vita perché valorizzati e supportati nella loro scelta.
L’origine del problema demografico occidentale risale oggettivamente all’introduzione dei contraccettivi e alla legalizzazione dell’aborto. Le statistiche demografiche mostrano chiaramente la flessione demografica – il Pillenknick – con l’avvento della rivoluzione sessuale.
Contraddizione del social engineering: da decenni sono in atto politiche planetarie di depopolamento, ora si grida aiuto al lupo perché il boomerang torna indietro sotto forma di inverno demografico, carenza di manodopera, risorse e servizi in crisi.
Promuoviamo una cultura della famiglia naturale e valorizziamo quelle tante donne che desiderano per qualche anno occuparsi interamente della famiglia. Perché dobbiamo “emanciparci” per forza al lavoro?
La vera emancipazione consiste nel lasciarci scegliere, altrimenti non è emancipazione: è un inganno che costringe tutti a lavorare a salari stagnanti. Infatti, da tanti anni molte famiglie non ce la fanno più con un solo salario! Un caso? No, una politica sbagliata.

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