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Torniamo a far volare Agno!

Il recente incidente nel tunnel di base del Gottardo ci ha mostrato chiaramente quanto possa essere fragile la nostra linea ferroviaria e come se non bastasse ci siamo anche resi conto che basta un nonnulla nell’altro tunnel, quello autostradale, per rischiare di restare quasi scollegati dal resto della Svizzera.

Fatalità di questa portata, ci dimostrano se ancora ce ne fosse bisogno, quanto è importante poter disporre di una terza via per collegarci al resto della Svizzera, ovvero l'aviazione. Un chiaro segnale di risposta a chi ha da sempre nelle proprie mire la chiusura di aeroporti sul territorio cantonale. Ovviamente un aeroporto non può soccombere a tutti i movimenti intercantonali, ma può sicuramente assorbire una parte di passeggeri business o di giornata che necessitano di spostarsi celermente.

In un momento dove apprendiamo che l’aeroporto di Agno resterà in mano alla città di Lugano con una futura collaborazione con i privati è il momento di ripensare a voli di linea e un futuro dello scalo, valorizzando le competenze e sviluppando un polo sostenibile per l’aviazione (i jet business e i carburanti di nuova generazione stanno andando in questa direzione).

Abbiamo le capacità e le competenze per poterlo fare, checché ne dica chi vorrebbe relegare l’aeroporto di Agno a un piccolo aerodromo che arreca unicamente fastidio alle ville collinari malcantonesi di alcuni rappresentanti politici.
In concreto già oggi, con 10'000 movimenti di aerei d’affari, serve alla nostra economia regionale e cantonale. Solo con una pista 150 metri più lunga potrebbe ospitare aerei d’affari e di linea ben più importanti a costi per posto passeggero coerenti con i costi della mobilità terrestre. I due aeroporti regionali di Berna/Belp e S. Gallo/Altenrhein sono già in questa condizione, noi no!
Mostriamo dunque alla Berna federale che un progetto concreto e sostenibile per l’aviazione svizzera può essere sviluppato anche in Ticino, che talvolta balza impietosamente agli onori della cronaca unicamente per il fatidico “piangersi addosso”.
Le ricadute come sappiamo sarebbero importanti anche dal profilo turistico, in un periodo in cui le cifre non sempre sorridono al nostro Cantone, anche a causa dei collegamenti non sempre performanti.

Pensare a un turismo sfaccettato e sostenibile non vuol dire essere talebani nelle idee o estremi nello spirito, ma pragmatici e liberali nel trovare un compromesso percorribile.

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