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La politica che vorrei

Ad aprile siamo chiamati al rinnovo dei poteri cantonali, per questo nuovo quadriennio gradirei vedere una classe politica che esca dalle dicotomie destra, sinistra, che si adoperi nella risoluzione dei problemi odierni, la quale abbia una progettualità a favore di tutto il popolo residente nel cantone, mediante politiche di inclusione a favore di aziende e lavoratori in egual misura. A tal proposito sarebbe interessante traslare a livello cantonale, quanto fatto dal Comune di Tresa in favore della popolazione al beneficio di aiuti sociali, il quale si è adoperato, unitamente alle aziende esistenti sul territorio, affinché i cittadini in assistenza possano eseguire degli stage, con l’obiettivo di un futuro reinserimento professionale. Per la fiscalità credo si debbano sgravare le imprese, in forma di incentivi, non lineari come sempre fatto, da elargire alle aziende che tutelano la dignità del lavoratore in qualità di risorsa umana, e non solo un costo contabile. Garantendo a essi un salario che permetta di vivere dignitosamente considerando gli alti costi vigenti in Svizzera, ponendo fine al problema dei working poor. Con i risparmi dati dagli sgravi lineari, si potrebbe concedere delle deduzioni fiscali all’interno della dichiarazione dei redditi, da fissare nella prossima legislatura a favore del ceto medio, in modo da aumentare il loro potere d’acquisto. Per quel che riguarda l’attrazione sul nostro territorio di gente facoltosa, lo ritengo di grande utilità pubblica, personalmente penso vi siano margini di miglioramento. Non ritengo queste visioni utopiche, se vi è una chiara volontà politica di affrontare il futuro di questo bel cantone, con un’attitudine di problem solving a favore di tutti i cittadini. Non si tratta di più o meno stato, ma di una equa presenza.

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