Dib. elettorale

Galleria al Sassello, opportunità unica

Verso le comunali del 5 aprile

Candidato Plr al Municipio di Locarno

I problemi di viabilità rendono sempre più difficili gli spostamenti nel Locarnese. Tra le varie idee allo studio per migliorare la situazione c’è il progetto della nuova galleria del Sassello tra l’alta Valle Maggia (Fusio Sambuco) e la Leventina (Airolo Nante). Quest’anno il Dipartimento del Territorio dovrebbe presentare le possibili varianti. Vista l’accresciuta sensibilità ambientale, è impensabile oggi proporre semplicemente una nuova galleria stradale quale ulteriore generatore di traffico. L’opera dovrebbe invece avere un carattere innovativo e sostenibile e divenire un asse destinato al trasporto pubblico e turistico ma non di transito. Dovrebbe servire a facilitare l’accesso alla nostra regione turistica.

La mia proposta: realizzare la galleria del Sassello quale prima stazione di carico viaggiante a pagamento per veicoli elettrici in Europa. Dovrebbe trattarsi di un piccolo tunnel ferroviario destinato unicamente al traffico passeggeri e alle auto elettriche.

Si dovranno creare collegamenti adatti con trasporti elettrici dalle stazioni di Locarno e Airolo e integrare il tutto nella rete di trasporto pubblico.

La novità: durante l’attesa sui vagoni e il trasporto su rotaia, i veicoli elettrici verrebbero ricaricati. I turisti eviterebbero così i tempi morti e sfrutterebbero il viaggio per ricaricare i loro mezzi. Il nuovo tunnel potrebbe diventare un’opera pilota a livello internazionale, per sperimentare le tecnologie di carica di veicoli elettrici durante il trasbordo ferroviario. Tecnologie che, vista l’elettrificazione del traffico motorizzato, verranno presumibilmente richieste su altri passaggi alpini.

Il carattere di quest’opera dovrebbe essere esclusivamente turistico e non rivolto al traffico di massa in transito. Quindi non essere una “strada cantonale” in più, bensì un’infrastruttura gestita idealmente da aziende private a partecipazione pubblica. Ciò permetterebbe un autofinanziamento almeno parziale e una maggior libertà di esercizio rispetto ad un opera interamente pubblica. L’opera è per sua natura strettamente legata all’industria idroelettrica ticinese, essendo le strutture oggi esistenti realizzate come opere di produzione di energia (diga del Sambuco).

Gli azionisti principali dell’opera tecnica dovrebbero quindi essere costituiti da società legate alla produzione e distribuzione di energia e al trasporto del Locarnese. Oltre a dare impulsi positivi al mercato occupazionale locale, questa prima mondiale potrebbe essere un catalizzatore del rilancio turistico della nostra regione.

Sarebbe bello rivivere lo spirito che nel 1898 spinse il sindaco di Locarno Francesco Balli a fondare una società per azioni e a chiedere la concessione per le “Ferrovie Locarnesi”, divenute poi le Fart, verso la Valle Maggia e le Centovalli. Riuscire, 120 anni dopo Balli, a collegare Locarno alla regione del Gottardo con un progetto altrettanto pionieristico e visionario costituirebbe un ambizioso traguardo.

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