Estero

Si tratta a oltranza, ma il Cremlino frena sul vertice a tre

21 dicembre 2025
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Un incontro trilaterale tra rappresentanti di Mosca, Washington e Kiev "non è finora stato discusso seriamente. E non è al momento preso in considerazione". Il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov frena sul tentativo americano di accelerare i tempi sul negoziato, mettendo in chiaro che al momento è prematuro allargare il formato dei colloqui sulla fine della guerra. Così, in una Miami trasformata in città della diplomazia, le trattative sono proseguite senza cambiare assetto: dopo aver celebrato come "costruttivi" i primi colloqui con gli inviati Usa Steve Witkoff e Jared Kushner, l'inviato di Mosca Kirill Dmitriev è rimasto in Florida per proseguire il dialogo con gli Usa anche oggi. In parallelo, il capo negoziatore ucraino Rustem Umerov ha annunciato un terzo giorno di incontri con la controparte statunitense. Con l'auspicio di raggiungere "ulteriori progressi e risultati concreti".

Al netto di generiche dichiarazioni che lasciano trasparire un timido ottimismo, poco è emerso finora sui risultati di questo nuovo weekend di discussioni sulla fine del conflitto. I nodi da sciogliere sono ormai noti, a partire dal destino delle ultime porzioni di Donetsk ancora sotto il controllo degli ucraini - che Mosca vorrebbe gli venissero concesse all'interno dell'accordo di pace - e le garanzie di sicurezza, compreso il possibile dispiegamento di truppe occidentali in Ucraina una volta raggiunto il cessate il fuoco. Ushakov lo ha detto chiaramente: "Le disposizioni che europei e ucraini hanno introdotto non migliorano sicuramente il documento e non aumentano la possibilità di raggiungere una pace duratura". Il consigliere diplomatico del Cremlino ha poi insistito sul fatto "che gli americani e tutti gli altri rispettino gli accordi raggiunti, in particolare quelli ad Anchorage" tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo statunitense Donald Trump. L'incontro in Alaska è stato il primo passo dell'accelerazione sulla soluzione diplomatica per l'Ucraina. E della nascita della prima versione del piano di pace americano di 28 punti, inviso agli ucraini in quanto giudicato smaccatamente vicino alle richieste del Cremlino.

Di fronte a questo quadro, non sorprende l'esclusione di Mosca dai colloqui trilaterali. L'ultima volta che gli inviati ucraini e russi hanno tenuto dialoghi diretti è stato a luglio a Istanbul, portando a scambi di prigionieri ma a ben poco in termini di progressi concreti. In ogni caso, la presenza dei russi e degli europei a Miami segna un passo avanti rispetto al passato, quando gli americani tenevano negoziati separati tra le parti. "Stiamo procedendo a un ritmo piuttosto rapido e il nostro team in Florida sta collaborando con la parte americana. Questi negoziati sono costruttivi e questo è importante", ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ma la speranza di una pace entro la fine dell'anno - fortemente desiderata da Trump - sembra destinata a spegnersi inevitabilmente. Tanto più che il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha sottolineato che non è attualmente in programma un colloquio telefonico tra il tycoon e Putin, sebbene una telefonata "possa essere organizzata rapidamente, se necessario". Lo zar si è invece detto disposto a dialogare con il presidente francese Emmanuel Macron. Aprendo la porta a un nuovo fronte diplomatico, con conseguenze incerte in un percorso finora accentrato nelle mani degli Usa.

Dmitriev "tornerà lunedì a Mosca e riferirà al presidente Putin. Dopo, definiremo la nostra posizione", ha detto Ushakov. Nel frattempo, le forze russe rafforzano la loro posizione nel negoziato guadagnando terreno sul fronte. E tentano di sfondare anche a Sumy, con una rinnovata offensiva nella regione settentrionale relativamente risparmiata dagli intensi combattimenti terrestri: alle notizie russe di resa dei militari ucraini, l'esercito di Kiev ha risposto che "si combatte a Grabovske". Ma intanto il difensore civico ucraino ha denunciato che le truppe di Mosca hanno rapito e portato in Russia 50 civili dal villaggio, in quella che rappresenta "una grave violazione del diritto internazionale".