la guerra in ucraina

Kiev al bivio: articolo 5 e ingresso nell’Ue per il Donbass

Si avvicinano le posizioni, ma Zelensky fatica a rinunciare ai territori che Mosca non ha ancora conquistato militarmente

Un perplesso Zelensky
(Keystone)
15 dicembre 2025
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Toglietemi tutto, ma non il Donbass. Volodymyr Zelensky lo ripete di continuo, fuori e dentro la sala dei negoziati. L'ostacolo principale al deal chiesto da Donald Trump come regalo di Natale sta in quel fazzoletto di terra martoriato, ormai meno del 20% del Donetsk. Che Mosca ambisce dal 2014 ma, sinora, non è riuscita a conquistare militarmente. E allora ci prova con la diplomazia. Zelensky però non molla: se gli ucraini arretrano, è il suo ragionamento, allora lo devono fare anche i russi in egual misura. Offerta che il Cremlino sinora non ha mai accettato perché vuol dire perdere la faccia. L'unica variabile che può infrangere lo stallo, a questo punto, sono le garanzie di sicurezza.

KeystoneSoldati ucraini nel Donbass

"Più Zelensky ottiene da un lato più può concedere dall'altro", confida una fonte europea a conoscenza della dinamica dei negoziati. In sintesi. Ora che l'ingresso nella Nato appare escluso - e questo in teoria richiederebbe un cambio della Costituzione ucraina - Kiev domanda sostegno reale e tangibile per evitare una nuova invasione. Il lavoro su questo aspetto sta andando avanti in modo "approfondito" e ormai saremmo ai dettagli: quante truppe sul terreno e da parte di chi (Francia e Gran Bretagna sono sempre in campo), cosa significa nella pratica il similarticolo 5 della Nato nel caso in cui la Russia dovesse attaccare e che ruolo avrebbero nel caso gli Usa (compresa la richiesta da parte ucraina di una ratifica del Congresso, alla quale Trump sarebbe pronto). Davanti a un pacchetto molto robusto Zelensky, forse, potrebbe cedere sul Donbass. O almeno, quella era l'atmosfera prima sino al vertice di Berlino. L'ultimo sondaggio dimostra infatti che il 75% degli ucraini è contrario a un ritiro dal Donetsk mentre, invece, sosterrebbe un congelamento lungo il fronte.

Le insistenze americane

Gli Usa insistono che l'ipotesi dell'area franca del Donbass è stata appunto discussa e che le garanzie di sicurezza saranno "forti". Il che confermerebbe l'approccio di cui sopra. La linea di contatto, qualunque sarà l'accordo, andrà monitorata e anche l'Ue si è detta pronta a fare la sua parte, mettendo sul piatto i satelliti per certificare le possibili violazioni al cessate il fuoco. L'altro tema è il tetto imposto all'esercito ucraino. Si è parlato di 600mila effettivi, poi di 800mila. Ora, a quanto pare, l'attenzione è concentrata sul termine "in tempo di pace". I consulenti militari ritengono infatti che 600mila uomini ben addestrati ed equipaggiati potrebbero essere più che sufficienti per l'Ucraina (il triplo che in Francia) che altrimenti avrebbe seri problemi a mantenere tanti soldati. Ma in tempo di pace, appunto. Con l'intesa che, in caso di problemi, il reclutamento schizzerebbe subito alle stelle.

KeystoneUn memoriale per i morti nel conflitto

A chiudere il cerchio, l'ingresso ‘sprint’ dell'Ucraina nell'Unione Europea, già nel 2027. Sulla carta appare impossibile. Primo: l'Ungheria oppone il veto all'apertura dei capitoli negoziali (e c‘è chi dice che non sia l'unica, benché la più visibile). Secondo: la procedura si basa sul merito e non c’è modo di affrettare così tanto il passo. "Gli Usa, se hanno questo interesse, dovrebbero fare pressioni sul nostro Stato membro che si oppone", ha commentato l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas. Il convitato di pietra a Berlino resta però il Cremlino. Se anche Zelensky e Trump dovessero trovare l'intesa finale, non è detto che Putin dirà sì. Gli Usa sfoggiano ottimismo, gli europei meno. Perché sanno com'è finita l'ultima volta.