la guerra in ucraina

Putin insiste: ‘Il Donbass ceda o lo conquisteremo con la forza’

Il leader russo: ‘L’accordo è difficile’. Gli emissari di Zelensky sono volati negli Usa per nuovi colloqui con gli americani

Vladimir Putin
(Keystone)
4 dicembre 2025
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I suoi obiettivi, strategici, Vladimir Putin li ha ribaditi ancora una volta: gli ucraini devono ritirarsi dal Donbass altrimenti "lo prenderemo con la forza". "L'accordo è difficile", ha rincarato il leader del Cremlino, rinnovando le accuse alla Nato: "La sua espansione a est rappresenta una minaccia per noi". Decisamente più concilianti invece i commenti su Donald Trump, che nel frattempo ha allentato le sanzioni al gigante petrolifero russo Lukoil. Dall'altra parte Volodymyr Zelensky assiste preoccupato all'evoluzione degli eventi, mentre i suoi emissari sono tornati in Florida per nuovi colloqui con gli americani. Una preoccupazione condivisa dagli europei, soprattutto francesi e tedeschi, secondo cui la Casa Bianca potrebbe decidere di abbandonare gli ucraini.

"Tutto si riduce a questo: o libereremo questi territori con la forza, oppure le truppe ucraine lasceranno questi territori", è la posizione sintetizzata da Putin in riferimento al Donbass e alla "Nuova Russia", ossia tutti i territori annessi. Quindi nessuna marcia indietro dello zar, che è stato intervistato da un giornale indiano in occasione della sua visita a New Delhi, per consolidare la proiezione a est della Russia sfruttando il canale energetico. "Narendra Modi non cede alle pressioni per non comprare il nostro petrolio", il suo commento soddisfatto dopo il faccia a faccia con il premier indiano.

KeystoneSoldato ucraino nel Donbass

Putin ha definito "molto utile" il suo incontro con Steve Witkoff e Jared Kushner, pur confermando che "ci sono state questioni su cui non è stato raggiunto un consenso". A partire dai territori, ma anche riguardo alle garanzie di sicurezza per Kiev, che Mosca sembra disposta ad accettare solo in una vaga formulazione e con il veto dell'adesione alla Nato. "Washington ci ha proposto di suddividere il piano di 28 punti in quattro pacchetti separati e discuterne", ma "ogni punto andrebbe discusso in dettaglio", ha rilevato Putin. Apprezzando la "sincerità" di Trump nel voler risolvere politicamente il conflitto, ma citando non a caso la prima bozza del piano americano favorevole alla Russia.

Anche l'inquilino della Casa Bianca si è mostrato di nuovo dalla parte del Cremlino. Witkoff e Kushner hanno avuto "l'impressione" che Putin "vorrebbe mettere fine alla guerra", ha sottolineato Trump, che come gesto orientato al ritorno al business con Mosca ha sospeso parte delle sanzioni verso Lukoil, per consentire alle stazioni di servizio situate al di fuori della Russia di continuare a operare.

KeystoneEsercitazione con Putin al centro del bersaglio

Europa in attesa

La sintonia Trump-Putin è un tema delicato per le cancellerie europee, anzi la sfiducia nei confronti del tycoon sembra aumentare. Significativa in questo senso la ricostruzione dello Spiegel sulla call tra i leader occidentali di lunedì scorso. "C'è la possibilità che gli Stati Uniti tradiscano l'Ucraina sul territorio senza chiarezza sulle garanzie di sicurezza", avrebbe detto Emmanuel Macron, secondo quanto è emerso da appunti scritti in inglese durante la riunione. Mentre Friedrich Merz avrebbe invitato Zelensky a essere "molto cauto nei prossimi giorni", aggiungendo che "stanno giocando sia con voi che con noi". "Non possiamo lasciare l'Ucraina e Volodymyr da soli con questi tizi", le parole attribuite al presidente finlandese Alexander Stubb e riferite a Witkoff e Kushner. L'Eliseo, interpellato sulla ricostruzione, ha puntualizzato che il presidente "non si è espresso in questi termini" e la cancelleria tedesca si è limitata a un "non possiamo commentare i singoli resoconti dei media e per principio non possiamo riferire su conversazioni riservate". Ma secondo il periodico tedesco due partecipanti alla call hanno assicurato che i contenuti sono stati riprodotti fedelmente, anche se non hanno voluto confermare le singole dichiarazioni poiché si trattava di un incontro riservato.

In questa fase complicata del negoziato, Macron è volato a Pechino per incontrare Xi Jinping. Chiedendo al più influente alleato della Russia di contribuire a porre fine alla guerra.