Quattro iniziative paneuropee per rafforzare capacità militari, investimenti in crescita e muro anti-droni operativo entro fine 2027
La Commissione Europea e l'Alta Rappresentante Kaja Kallas lanciano l'attesa Roadmap 2030 per la difesa e la salvaguardia della pace, ultima declinazione lessicale di quello che era inizialmente il piano di riarmo ReArmEu, mirato a rafforzare le capacità di difesa europee, la cui inadeguatezza, messa a nudo anche dalle recenti incursioni di droni e aerei nei cieli di vari Stati membri, deriva da decenni di tagli alla spesa militare e di sottoinvestimenti nel settore, dopo la caduta dell'Urss.
Per la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, "le recenti minacce hanno dimostrato che l'Europa è a rischio. Dobbiamo proteggere ogni cittadino e ogni centimetro quadrato del nostro territorio". E l'Europa, secondo von der Leyen, "deve rispondere con unità, solidarietà e determinazione. L'odierna Roadmap per la difesa presenta un piano chiaro, con obiettivi condivisi e traguardi concreti nel nostro percorso verso il 2030. Perché solo ciò che viene misurato viene fatto".
La roadmap parte dalla premessa che la Russia "ha militarizzato la sua economia e la sua società. Nel 2025, il suo bilancio dichiarato per la difesa supererà il 7% del Pil. Circa il 40% del suo bilancio nel 2025 è destinato alla sicurezza e alla difesa. Questa Russia militarizzata rappresenta una minaccia persistente per la sicurezza europea nel prossimo futuro".
Per "garantire la pace attraverso la deterrenza", le capacità di difesa dell'Europa "devono essere pronte anche per i campi di battaglia di domani, in linea con la natura mutevole della guerra". L'innovazione tecnologica e l'iterazione, "sviluppate con rapidità e scala e basate su soluzioni a duplice uso", determineranno "la forza sul campo di battaglia. Coloro che svilupperanno le proprie tecnologie saranno i più forti e meno dipendenti, in particolare per i sistemi critici della guerra moderna, come droni, satelliti o veicoli autonomi". In tutti e tre i comparti, l'Europa è rimasta indietro e ora intende recuperare terreno.
L'Europa, per la Commissione, ha "superato decenni di sottoinvestimenti nella difesa". Gli Stati membri, nota l'esecutivo Ue, hanno aumentato i bilanci della difesa da 218 miliardi di euro nel 2021 a 343 miliardi nel 2024, con una previsione di 392 miliardi di euro nel 2025. Gli investimenti nella difesa sono aumentati del 42% nel 2024, con uno stanziamento di 106 miliardi, e l'acquisto di nuove attrezzature ha raggiunto gli 88 miliardi.
Gli Stati membri, sottolinea l'esecutivo, "sono e restano sovrani per la loro sicurezza nazionale e per la difesa". Tuttavia, "allo stesso tempo, il complesso panorama delle minacce evidenzia la necessità che gli Stati membri agiscano insieme, piuttosto che frammentare gli sforzi in iniziative nazionali non coordinate". Oggi "meno del 50% delle attrezzature per la difesa viene acquistato all'interno dell'Ue", e in larga parte a livello nazionale, mentre i "fornitori extraeuropei" (principalmente gli Usa, ma non solo, ndr) hanno guadagnato quote di mercato. Pertanto, "è evidente la necessità di investire di più, insieme e a livello europeo".
La roadmap propone dunque quattro iniziative 'faro' europee, European Readiness Flagships, "paneuropee per loro natura", già delineate nello 'scoping paper' messo sul tavolo dalla Commissione in vista del summit informale di Copenaghen: l'iniziativa europea per la difesa contro i droni (già muro anti-droni), l'Eastern Flank Watch, lo scudo aereo europeo e lo scudo spaziale per la difesa.
La Commissione, malgrado i dubbi espressi pubblicamente dalla Francia, resta convinta che il muro anti droni è "fattibile", anche con "l'aiuto dell'Ucraina" che ha accumulato in guerra un eccellente know-how nei droni, malgrado il confine con Russia e Bielorussia sia lungo oltre 3mila km. Con Kiev l'Ue ha già annunciato un'alleanza nei droni. Il muro anti droni, secondo l'esecutivo Ue, sarà "pienamente funzionante" entro la fine del 2027, cioè tra poco più di due anni.