L'UE e i partner della sponda sud del Mediterraneo condividono uno spazio di "opportunità, sfide e responsabilità" che costituisce lo "Spazio Comune Mediterraneo". Il Patto per il Mediterraneo - visionato dall'agenzia di stampa italiana Ansa - che la Commissione presenterà dopodomani punta a creare una "svolta paradigmatica" nelle relazioni tra l'UE e i dieci partner mediterranei mirando a "un'integrazione più profonda" delle due sponde, partendo dall'economia senza però dimenticare la sfera sociale.
Uno dei programmi più iconici sarà il "Trans-Mediterranean Renewable Energy and Clean Tech Initiative (T-MED, iniziativa transmediterranea per le energie rinnovabili e le tecnologie pulite)", per sostenere la transizione energetica.
L'iniziativa, infatti, sosterrà la cooperazione transmediterranea creando al contempo opportunità economiche di mutuo beneficio, facilitando il commercio dell'energia rinnovabile nonché le partnership industriali.
Dal punto di vista pratico verrà creata la "Piattaforma d'Investimento T-MED", che servirà da coordinamento per sviluppare interventi sulle rinnovabili, mettendo insieme le istituzioni finanziarie europee, nazionali e internazionali e il settore privato con l'obiettivo di eliminare rischi e intoppi. Inoltre si punta a creare "un meccanismo di regolamentazione" dedicato per sostenere i paesi partner ad attuare riforme mirate e necessarie legate alla prontezza degli investimenti e agli strumenti finanziari dell'UE.
Il Patto, che assume i contorni di una comunicazione congiunta, verrà presentato agli Stati membri, discusso al Consiglio europeo, e poi dovrà essere messo a terra, con l'ambizione di generare già i primi effetti positivi "entro un anno". Se la dotazione iniziale è di 7 miliardi di euro (6,5 miliardi di franchi al cambio attuale, provenienti dall'attuale bilancio dell'UE), sarà necessario stanziare fondi ulteriori nel quadro dei negoziati appena iniziati sul prossimo bilancio comunitario.
Naturalmente, più i 27 saranno ambiziosi sul fronte pecuniario e più il Patto diventerà attrattivo per i partner del Mediterraneo. Che all'Europa hanno chiesto di consegnare definitivamente al passato "l'atteggiamento predatorio" verso le risorse naturali e procede in una logica di "sviluppo sostenibile di lungo termine". Bruxelles ha tutto l'interesse a sposare questa logica, anche in contrasto rispetto alla strategia adottata spesso da Pechino.
"Nel tempo - si legge in uno stralcio - il Patto ha la potenzialità di espandere il suo raggio di azione oltre al Mediterraneo meridionale, con progetti di mutuo interesse strategico nel Golfo, nei Paesi subsahariani, in Mauritania, in Turchia nonché nei Balcani Occidentali e nel Mar Nero".